Gazzetta di Modena

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Tragedia sul lavoro

Esplosione nel deposito di carburanti Eni a Calenzano (Firenze): 2 morti, 3 dispersi e 26 feriti


	Il fumo nero dopo l'esplosione e i soccorsi
Il fumo nero dopo l'esplosione e i soccorsi

Un’altra tragedia sul lavoro mentre erano presenti diverse autobotti parcheggiate all’altezza degli stalli di approvvigionamento del carburante: una delle vittime è Vincenzo Martinelli, 51enne di Prato padre di due figli. La Procura di Prato apre un fascicolo di indagine

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CALENZANO (FIRENZE). È di 2 morti, 3 dispersi e 26 feriti il bilancio dell’esplosione presso il deposito di carburanti Eni a Calenzano (Firenze), un’altra tragedia sul lavoro avvenuta nella mattina di oggi, lunedì 9 dicembre. I vigili del fuoco hanno lavorato con più squadre per domare le fiamme, che sono state confinate alla zona pensiline di carico e non hanno interessano il parco serbatoi. La Prefettura ha coordinato il piano dei soccorsi.

Le vittime e i feriti gravi

Al momento risultano due morti: uno di loro è Vincenzo Martinelli, 51 anni, di Prato e padre di due figli. Oltre ai 9 feriti accompagnati con le ambulanze presso gli ospedali della zona (dei quali due gravi), altre 17 persone si sono presentate in maniera autonoma in strutture ospedaliere. Lo ha reso noto la Prefettura di Firenze. Complessivamente, dunque, i feriti salgono a 26.

La procura di Prato apre un fascicolo

La Procura di Prato, competente per territorio, aprirà «un procedimento penale per appurare le eventuali responsabilità penali» per «l’esplosione, con conseguente incendio e danneggiamento del deposito Eni di Calenzano», in via Erbosa 27, e degli edifici circostanti, «che ha prodotto la morte di due persone e il ferimento di nove (poi, come detto, saliti a 26), due dei quali trovano in condizioni molto gravi». Lo comunica il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, con una nota. In seguito allo spegnimento delle fiamme operato dai vigili del fuoco, spiega il procuratore Tescaroli, «l’impianto è stato posto in sicurezza» e un sostituto procuratore ha curato il sopralluogo e «coordinato le indagini sin dai primi momenti».

«Allo stato è possibile evidenziare che al momento dell’esplosione erano presenti diverse autobotti parcheggiate all’altezza degli stalli di approvvigionamento del carburante», precisa il comunicato.

La Procura di Prato ha coinvolto nelle indagini i militari del comando provinciale dei carabinieri di Firenze ed «ha nominato alcuni medici legali e tre consulenti tecnici per accertare le cause dell'esplosione». «Abbiamo richiesto l'intervento dell'Arpat e dell’Asl Toscana Centro per evidenziare i profili di possibile responsabilità sul luogo teatro dell'esplosione», ha aggiunto Tescaroli.