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Mollo tutto e mi trasferisco in Appennino: la storia di Giada e Andrea

di Manuel Marinelli

	Giada e Andrea
Giada e Andrea

Giada Staffieri e Andrea Antoni hanno 39 e 32 anni e da un anno hanno scelto di vivere a Montese pur lavorando in città: «Facciamo 2 ore di macchina al giorno ma qui abbiamo trovato la pace»

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MONTESE. Lasciare definitivamente la città, lo smog, la frenesia e il caos e abbracciare la tranquillità della montagna. Scelta coraggiosa, sicuramente agognata da molti ma che poi, alla fine, spesso rimane solo una suggestione o poco di più. Ma non è questo il caso di Giada Staffieri e Andrea Antoni. Lei 39 anni, lui 32. La coppia, insieme da 5 anni, viveva fino a pochi mesi fa nel comune bolognese di Valsamoggia, a metà strada tra i posti di lavoro di lei, impiegata di Asl, e di lui, ingegnere per un’azienda di Crespellano, nel Bolognese. Poi la svolta: i due hanno comprato il podere Aravecchia, a Salto di Montese, un’oasi nell’Appennino modenese. E si sono ben presto innamorati di questo posto incantato, nonostante il tragitto casa lavoro sia aumentato e non poco.

La svolta della coppia

«Io e il mio compagno vivevamo insieme a Valsamoggia, tra Bologna e Modena – racconta Giada Staffieri – Lui lavora in provincia di Bologna, io nel modenese, era un buon compromesso. Alla fine del periodo concordato non ci hanno rinnovato il contratto di affitto, abbiamo cercato qualcosa da comprare e ci siamo imbattuti in questo podere a Salto di Montese: “l’Aravecchia”. Inutile dire che è stato amore a prima vista. Un piccolo borgo tranquillo e con tanto spazio all’aperto, perfetto per i nostri animali: cani, gatti e conigli».

Poco dopo aver visitato l’immobile Giada e Andrea hanno deciso e sono diventati i nuovi proprietari dell’ “Aravecchia”. «Mi sono innamorata della casa appena entrata. È luminosa, tranquilla e si sposa perfettamente con quello che cercavamo. E poi Montese è il paesino di origine di mia madre, ci trascorrevo qui l’estate da bambina e sapevo che mi sarei trovata bene». I due non hanno voluto rinunciare al loro posto di lavoro, sebbene ora il tragitto da fare ogni mattina sia più che raddoppiato.

La routine della coppia

«Abbiamo scelto di fare i pendolari, il che comporta alzarsi presto la mattina e fare circa 2 ore di macchina per andare in ufficio. La distanza è importante, non ci nascondiamo. Però a quasi un anno di distanza ne vale la pena. Facciamo una macchina sola per raggiungere la città: partiamo insieme da Salto, poi il mio compagno mi scarica a Castelfranco e procede per Crespellano, dove lavora come ingegnere. In totale io ci metto un’ora e mezza, mentre lui circa mezz’ora in più. Il tutto, ovviamente, da moltiplicare per due, visto che poi dobbiamo tornare indietro. Ma, fortunatamente, lo smartworking ci viene incontro».

Lavoro da casa

«Io lavoro da casa un paio di giorni a settimana. Mi sono accordata con i miei datori di lavoro, riesco a organizzarmi e ad essere produttiva anche da Salto senza particolari problemi. Ormai il lavoro è cambiato, si può lavorare da dove si voglia senza essere costretti a raggiungere la sede fisica dell’azienda. Anche il mio compagno Andrea fa un giorno di smartworking a settimana. Io tutti i giorni ho a che fare con la gente, spesso si lamentano di quello che non va e il mio compito è quello di ascoltarli. A fine turno volevo un po’ di pace e serenità, non il caos e i rumori della città. Qui l’ho trovato». La connessione internet a banda larga è ormai realtà anche nei comuni dell’Appennino, anche se con qualche anno di ritardo rispetto ai piani iniziali. E tra fibra ottica e reti wireless si possono raggiungere le velocità dei centri urbani senza rinunciare a niente. «Con la connessione che ho qui riesco a fare esattamente ciò che facevo prima: lavoro benissimo da casa, faccio videochiamate anche di due ore più volte a settimana e non ci sono mai problemi. La sera riusciamo a guardare Netflix senza rallentamenti. Insomma, sono super soddisfatta».

La nuova vita

Da circa un anno la coppia vive una vita nuova, all’insegna della natura e di ritmi di vita più lenti. Paradossalmente, infatti, nonostante la lunga distanza che quasi tutti i giorni devono percorrere in macchina, Giada e Andrea sono riusciti a trovare un equilibrio migliore. «Viviamo tranquilli, riusciamo a rallentare e stiamo meglio, che era poi quello che auspicavamo di fare. Ci godiamo la natura e anche il paese – prosegue Giada Staffieri – In giardino i nostri amici animali hanno trovato tutto lo spazio di cui necessitavano. Abbiamo piantato nella proprietà 100 tra alberi da frutto e siepi del progetto “mettiamo radici per il futuro” per il rimboschimento. Non manca il forno a legna in cui preparare pane e pizza fatti in casa. Dai ricordi di infanzia che avevo lo ricordavo un posto bello ma con un’età media piuttosto avanzata. Mi sbagliavo. Ci sono tante giovani coppie come noi e in generale è un paese dove i ragazzi e gli svaghi per loro non mancano. Le persone a Montese sono diverse, nei negozi ti ascoltano e ti danno una soluzione, non pensano a vendere esclusivamente. C’è molta più accoglienza, penso ad esempio alla ferramenta. Tra l’altro ho anche conosciuto un paio di ragazzi che si sono trasferiti a Zocca dal sud Italia. Credo che lo smartworking e la voglia di fuggire dalla città possa davvero ridare vita a questi posti. Abbiamo con noi anche i miei genitori, vivono al piano di sotto: mamma Tiziana Covili e papà Antonio Staffieri. Hanno gestito per anni il forno Giada di San Damaso e ora si concedono un po’ di meritato riposo qua a Salto. Tra l’altro per mia madre è stato un ritorno, essendo lei originaria di Montese». La coppia ha scoperto una comunità viva e un paese ricco di iniziative sia d’estate che di inverno. «Quest’estate abbiamo partecipato a diversi eventi organizzati dalla Pro Loco, anche a Salto, la piccola frazione dove viviamo. Qui ha sede un’associazione che organizza trekking tutto l’anno. Insomma ci sono tante attività per scoprire il territorio e conoscere nuove persone».

La calorosa accoglienza

L’ “Aravecchia”, il podere acquistato dalla coppia ormai da un anno, fa parte di uno storico borgo vicino alla frazione di Salto. Un luogo simbolo, molto conosciuto da tutti gli abitanti di Montese. Tanto che in molti si sono congratulati con i giovani per la loro nuova avventura e per aver dato nuova linfa a un posto così caro alla comunità. «Prima c’era un b&b, poi la proprietaria si è ritirata altrove e noi l’abbiamo acquistata. Ci viviamo noi sopra e i miei sotto. Le persone ci hanno accolto calorosamente, col sorriso stampato sul volto. Per noi questo è un fattore che fa davvero la differenza. La gente ci saluta e ci sorride». Sui social Giada e Andrea hanno anche postato alcune foto del podere, informando la comunità di Montese del loro nuovo progetto di vita. Presto sotto il post sono stati scritti centinaia di commenti, carichi di gioia e di cari ricordi che le persone ancora conservano dell’”Aravecchia” di Salto. Aneddoti sui precedenti proprietari, auguri per una buona permanenza e in generale una calorosa accoglienza ai nuovi concittadini con tante dimostrazioni di affetto. Una vicinanza che i due ragazzi hanno gradito particolarmente e ricambiato.
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