Scomparsa di Daniela Ruggi, lo “sceriffo” adesso è indagato: sequestrati casa, auto, cellulare e sim – Video
Domenico Lanza si trova già in carcere a Modena per possesso di armi alterate. I carabinieri del Nucleo investigativo hanno posto i sigilli alla sua abitazione a San Martino di Polinago
MODENA. Altri guai per lo “sceriffo” Domenico Lanza: adesso è ufficialmente indagato anche per la scomparsa di Daniela Ruggi. Resta in carcere, e non avrebbe più neanche una casa in cui andare perché la sua gli è stata sequestrata ieri mattina. Sono tutti sviluppi delle ultime ore sul giallo della 31enne di Vitriola sparita il 18 settembre.
Il sequestro
Arrestato per il possesso di armi alterate, Lanza dal carcere di Sant’Anna è comparso alle 9.15 davanti al gip Carolina Clò per l’udienza di convalida, assistito dal suo avvocato di fiducia, Fausto Gianelli. Ma poco prima di iniziare, alle 9.10, gli è stato notificato un avviso di garanzia anche per il caso Ruggi: è dunque anche indagato per sequestro di persona. La prima conseguenza è stato il sequestro di elementi utili alle indagini: i carabinieri del Nucleo investigativo di Modena sono quindi andati subito nella sua abitazione a San Martino di Polinago, e vi hanno posto i sigilli. Questo probabilmente in vista di un sopralluogo scientifico alla ricerca di possibili tracce di Daniela utili alle indagini. Nei prossimi giorni si potrebbero dunque recare in sopralluogo i Ris di Parma.
Nella prima perquisizione effettuata mercoledì sera (dopo la clamorosa rivelazione di Lanza a Pomeriggio 5), i carabinieri non avevano trovato altri oggetti riconducibili alla ragazza, oltre ai calzini e gli slip mostrati dal 66enne alle telecamere. Ma visto il mistero fitto che circonda la sua scomparsa, c’è la necessità di fare approfondimenti scientifici. Da cui con tutta probabilità tracce biologiche di Daniela emergeranno, visto che lo stesso Lanza ha spiegato che ospitava abitualmente a casa sua la ragazza, che qui si fermava anche a dormire, fare la doccia (lei non aveva acqua corrente nella sua abitazione di Vitriola) e mangiare, nell’ambito di un’amicizia consolidata. Si vedrà se saranno tracce “neutre” o riconducibili alla scomparsa.
Ma la Procura (pm Laura Galli) ha posto sotto sequestro anche l’auto di Lanza e soprattutto il suo telefono e la sim: con questi ultimi due elementi verranno ricostruiti gli ultimi messaggi tra i due, nonché tutti gli spostamenti di Lanza.
Le armi
Lo “sceriffo” – originario di Cavriago, nel Reggiano, ed ex guardia giurata – è stato sentito dal giudice Clò e dal pm Monica Bombana solo per le armi trovate a casa sua: un vecchio fucile di inizio ’900, una pistola a tamburo anni ’80, una scacciacani e una pistola lanciarazzi segnaletici. Più munizioni e una rudimentale “nunchaku”, fatta da lui con due pezzi di legno e una catenella per allenamenti di arti marziali. Le armi da fuoco sono risultate tutte del padre: Lanza le ha avute in eredità alla sua morte nel 2015, e ha fatto il grande errore di non denunciarle. A farlo finire nei guai in particolare la lanciarazzi ritrovata dai carabinieri senza etichetta e la scacciacani alterata. Modifiche fatte dal padre che hanno portato a classificare quelle armi come “non comuni”. La cui detenzione abusiva però ha inguaiato il figlio, che ora rischia fino a 6 anni di carcere.
Lanza, come consigliato dall’avvocato Gianelli, si è mostrato collaborativo davanti al giudice, e per un’ora ha risposto a tutte le domande. Pm e avvocato si sono mostrati concordi nel richiedere la perizia sulle armi, che verrà fatta nelle prossime settimane. La difesa è convinta che emergerà il totale inutilizzo delle armi da fuoco dal 2015. Non avrebbero quindi mai sparato nella mani del 66enne. Il giudice comunque ha convalidato l’arresto e confermato la custodia in carcere per il 66enne.