Gazzetta di Modena

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L’addio

Musica, balli, fiori e brindisi per l’addio a Efrem De Bare, “re dei Sinti”

di Angelica Melli
Musica, balli, fiori e brindisi per l’addio a Efrem De Bare, “re dei Sinti”

Centinaia di persone a Spilamberto per l’ultimo saluto al “barone”: «Per la nostra comunità era una guida, non uno qualunque»

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SPILAMBERTO. Si sono svolti ieri pomeriggio a Spilamberto i funerali di Efrem De Bare, soprannominato “il barone”. L’uomo era conosciuto come “De Barre”: il cognome originale Sinti è stato erroneamente raddoppiato dall’anagrafe.
Oltre ai famigliari, centinaia di persone si sono recate a dare l’ultimo saluto al Re dei Sinti di Modena, che si è spento martedì. Presenti anche molti cittadini spilambertesi, che conoscevano Efrem dall’infanzia.

La comunità
Guida della comunità Sinti di Modena, era conosciutissimo, soprattutto nella Bassa. Tutti lo descrivono come una persona buona e umile, che riusciva a consigliare e guidare le famiglie della comunità. Scompare uno degli ultimi anziani della famiglia De Bare, uno dei capostipite.
L’ingresso del feretro in chiesa è stato accompagnato dalle note di “Con te partirò”, suonata dalla banda Giuseppe Verdi di Correggio, condotta dal maestro Emilio Bellelli.

I ricordi

Giorgio “Jhonny” De Bare, nipote di Efrem, lo ricorda: «Era una persona buona, umile e giusta, uno degli ultimi anziani della famiglia. Tutti lo conoscevano. Ci lascia un grande vuoto dentro, era molto saggio, sapeva guidarci».
Dopo la cerimonia - celebrata secondo il rito cattolico, come desiderato dal defunto - il corteo funebre ha seguito la banda, con i famigliari che si sono alternati nel trasporto della bara fino al cimitero di Spilamberto.
La processione è stata il momento più tradizionale del funerale: il corteo ha camminato tra le strade del paese, accompagnato da musica che rimbombava nelle casse di una Fiat Punto (come “Il Triangolo” di Renato Zero), sul cui vetro posteriore si poteva osservare una gigantografia di Efrem, brindisi, balli e applausi.

L’addio

Davanti alla banda camminavano i più giovani della comunità Sinti e ciascuno di loro teneva in mano un cesto di fiori. Per l’evento sono stati ordinati 60 di questi cesti, per un prezzo di 40 euro l’uno. Per non gravare sulla spesa pubblica, la famiglia ha pagato la pulizia delle strade, effettuata da Hera.
Giunti al cimitero, i presenti hanno iniziato a lanciare fiori sul feretro, ballando a ritmo di musica, tra la commozione di buona parte del corteo.
La bara è stata portata dentro al cimitero dai parenti di Efrem.

Il figlio, Cristian, ricorda commosso il padre: «Era un uomo speciale, con un cuore d’oro. Per me era come un re, lo consideravo il mio principe. Gli voglio tantissimo bene, so che mi pensa anche da lassù». Il fratello del “barone”, Giuseppe De Bare, afferma: «Efrem non era uno qualunque, per la comunità era un grande. Per noi era come un giudice di pace. Il peso della sua scomparsa lo sentiamo già, a chi possiamo rivolgerci d’ora in poi?». A chi suggerisce a Giuseppe di sostituire il fratello, lui risponde: «Io non sono in grado, abbiamo perso qualcosa che non ci sarà più».