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Quarant’anni senza Berlinguer, Alessandra Todde: «La sua lezione per la politica»


	Alessandra Todde con Marco Travaglio nell'evento "Quarant'anni senza Berlinguer"
Alessandra Todde con Marco Travaglio nell'evento "Quarant'anni senza Berlinguer"

La presidente della Regione Sardegna ha concluso insieme a Marco Travaglio il primo evento del Gruppo Sae, organizzato a Cagliari, in occasione dei 40 anni dalla morte del leader del Pci: «La coerenza gli dava forza e autorevolezza, il coraggio di essere indipendente il suo più grande insegnamento»

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CAGLIARI. «La politica deve studiare. Il fatto di pensare che Enrico Berlinguer fosse considerato quasi un oscuro burocrate perché studiava, non è un caso. Credo che il fatto che abbia espresso così tanto spessore sia dovuto al fatto che lui ha saputo capire il contesto in cui viveva e che fosse in grado di guidarlo. Ora vedo che la preparazione è richiesta in tutti i campi meno che in politica ed è sbagliato. Le persone si allontanano quando vedono che quando si approfondisce poi il politico si perde, è una cosa che si paga».

Così la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, durante il convegno “40 anni senza Berlinguer”. A quarant’anni dalla sua morte, il leader del Pci è stato ricordato all’ex Manifattura Tabacchi di Cagliari nel primo dei due incontri organizzati dal Gruppo Sae con l’obiettivo di fare il punto sul contributo che ha saputo dare al dibattito politico e sociale italiano. La governatrice sarda ha chiuso la serata insieme al direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio.

L’occasione non è stata solo un tributo alla figura dello storico leader del Pci, ma ha anche dato vita a riflessionsull’attualità:dalle elezioni americane agli ultimi risvolti interni al M5S, dalle guerre a Gaza e in Ucraina fino alle vicende italiane di Governo. «Non voleva che l’Italia diventasse il Cile, dove la Cia è entrata per decidere il destino di quel Paese, ed era necessario rispettare degli equilibri e governare con quegli equilibri. Da Berlinguer prendo come lezione il coraggio di essere indipendente».

Ricordando il difficile contesto in cui Berlinguer fece le sue scelte, Todde ha sottolineato: «Ha avuto il coraggio fortissimo di staccarsi, non dalla Russia di adesso o dal contesto americano di adesso, ma dall’Urss che era il grande orso sovietico che governava una larga parte di mondo. Dovremmo trarre lezione – ha aggiunto la presidente della Regione Sardegna –, avere la capacità, la coerenza e anche l’onestà intellettuale di conservare le proprie idee e di saperle cambiare nella misura in cui il contesto cambia. Perché lui non è mai stato settario o una persona che non si è messa in discussione».

Alessandra Todde ha tracciato un ritratto di Berlinguer all’interno del Pci proprio mentre il Movimento cinque stelle vive un momento di grandi tensioni interne. «Una delle cose che mi è sempre piaciuta di lui è che era così, aveva un sistema valoriale anche nella vita normale ed era una persona assolutamente semplice – ha concluso –. Il fatto di essere coerente gli dava forza e autorevolezza, gli dava anche la capacità di dire cose che erano scomode all’interno del suo stesso partito».

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