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Meccanica, boom della cassa integrazione artigiana: in 9 mesi +201,5% a Modena, +319,6% a Reggio


	Il comparto della meccanica artigiana è in forte difficoltà a Modena e Reggio
Il comparto della meccanica artigiana è in forte difficoltà a Modena e Reggio

L’analisi di Lapam Confartigianato sulle 3.752 imprese presenti in provincia e sulle 3.105 reggiane: «Situazione preoccupante e in peggioramento per la mancata ripresa del commercio internazionale, una stretta monetaria che riduce gli investimenti, la recessione della Germania e la caduta libera della produzione automobilistica»

19 novembre 2024
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MODENA. «Una situazione critica, preoccupante e in peggioramento. Il problema è ora ed è adesso che servono soluzioni mirate per contrastare questo trend negativo». È Davide Gruppi, presidente Lapam Confartigianato della categoria Meccanica, a lanciare l’allarme sul comparto. Come emerge da un’indagine elaborata dall’ufficio studi dell’associazione, le 3.752 imprese della meccanica presenti in provincia di Modena e le 3.105 di Reggio Emilia stanno subendo gli effetti di un mix velenoso per il settore.

I dati modenesi

La provincia di Modena si classifica al settimo posto in Italia per specializzazione nella meccanica: l’impatto del ciclo sfavorevole del settore è dunque più intenso nel nostro territorio, che si trova più esposto alla crisi del settore meccanico. Nel comparto della meccanica l’artigianato rappresenta il 50,1% delle imprese modenesi, e proprio nel ricorso al fondo di sostegno al reddito, cioè alla cassa integrazione dell’artigianato, si osserva il dato più preoccupante: nei primi 9 mesi del 2024 il valore dell’assegno di integrazione salariale a cui hanno dovuto fare ricorso le imprese artigiane della meccanica in provincia di Modena è triplicato (+201,5%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, terzo posto tra le principali province italiane per incremento del ricorso alla cassa integrazione artigiana. Questa miscela di fattori recessivi mette a dura prova la resilienza di un comparto chiave del nostro territorio nelle cui micro e piccole imprese lavora il 7,4% degli occupati modenesi, ben superiore al 4,2% italiano.
Un approfondimento sulle vendite sul mercato tedesco dei macchinari mostra a Modena, nei primi sei mesi del 2024, cali pesanti e più ampi della media con un -10,2%. Gli ultimi dati Istat osservano nei primi nove mesi del 2024 a livello nazionale un calo della produzione del 9,2% per i mezzi di trasporto, del 4,2% per macchinari e impianti e del 3,7% per metallurgia e metalli, certificando una carenza di lavoro che sta colpendo duramente un settore chiave per l’economia del nostro territorio. 

I dati reggiani

La provincia di Reggio Emilia si classifica al quarto posto in Italia per specializzazione nella meccanica: l’impatto del ciclo sfavorevole del settore è dunque più intenso nel nostro territorio, che si trova più esposto alla crisi del settore meccanico.

Nel comparto della meccanica l’artigianato rappresenta il 52,5% delle imprese reggiane, e proprio nel ricorso al fondo di sostegno al reddito, cioè alla cassa integrazione dell’artigianato, si osserva il dato più preoccupante: nei primi 9 mesi del 2024 il valore dell’assegno di integrazione salariale a cui hanno dovuto fare ricorso le imprese artigiane della meccanica in provincia di Reggio Emilia è quadruplicato (+319,6%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, primo posto tra le principali province italiane per incremento del ricorso alla cassa integrazione artigiana. Questa miscela di fattori recessivi mette a dura prova la resilienza di un comparto chiave del nostro territorio nelle cui micro e piccole imprese lavora il 7,3% degli occupati reggiani, ben superiore al 4,2% italiano.

Un approfondimento effettuato sulle vendite sul mercato tedesco dei macchinari mostra a Reggio Emilia, nei primi sei mesi del 2024, cali pesanti e più ampi della media con un -18,1%. Gli ultimi dati Istat osservano nei primi nove mesi del 2024 a livello nazionale un calo della produzione del 9,2% per i mezzi di trasporto, del 4,2% per macchinari e impianti e del 3,7% per metallurgia e metalli, certificando una carenza di lavoro che sta colpendo duramente un settore chiave per l’economia del nostro territorio.

Le conclusioni di Davide Gruppi

«Fattori come la mancata ripresa del commercio internazionale, una stretta monetaria che riduce gli investimenti, la recessione della Germania, importante mercato di riferimento del settore, e la caduta libera della produzione automobilistica, su cui pesano le incertezze della transizione verso la mobilità elettrica richiesta del Green deal europeo e che colpisce un ampio indotto presidiato da imprese della meccanica – conclude Gruppi – pesano sulle imprese del territorio. Da Palazzo Chigi devono mettere a terra misure concrete a sostegno del settore per salvaguardare il Made in Italy e le eccellenze che solo questo territorio sa creare».