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L'intervista

Due anni fa l'omicidio di Alice Neri, il marito: «Chiedo giustizia per l’accaduto. E che arrivi senza alcuna ombra»

di Daniele Montanari

	Nicholas Negrini, marito di Alice Neri
Nicholas Negrini, marito di Alice Neri

Nicholas Negrini e la figlia della donna trovata morta il 18 novembre 2022 a Fossa di Concordia tra l’eco della tragedia e il futuro

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MODENA. Al processo per la morte di Alice Neri tra le parti civili contro l’imputato Mohamed Gaaloul (accusato di omicidio aggravato, violenza sessuale e distruzione di cadavere) ci sono anche il marito di Alice, Nicholas Negrini, e la loro figlia, che oggi ha sei anni.
Lui è rappresentato dall’avvocato Antonio Ingroia, ex pm, che ha fin qui manifestato un approccio abbastanza critico sulle indagini, paventando l’esistenza di altri possibili responsabili dell’omicidio. La bimba invece da pochi giorni è tutelata in maniera autonoma dall’avvocato Luca Brezigar.
Anche per marito e figlia il 18 novembre 2024 è il secondo anniversario della tragica perdita, ma anche in questo caso si tratta in realtà di un’eco profonda del lutto che li segue sempre. Il tentativo però è quello di guardare oltre, di guardare al futuro della bambina.

Nicholas, due anni: come vivete l’anniversario?

«Come gli altri giorni in realtà. Il 18 novembre ci ricorda solo la data di quello che è successo, ma l’accaduto con le sue conseguenze ce lo portiamo dietro continuamente. Non cambia molto rispetto agli altri giorni, non sentiamo di più la vicenda perché è l’anniversario. Sono due anni che siamo molto presenti nella vicenda anche a livello giudiziario».

Alice le manca tanto?

«Io sto vivendo la mia vita adesso, assieme a mia figlia. Cerchiamo di essere sereni, per quanto possibile. Ci sentiamo tranquilli in questo momento, e guardiamo avanti».

E a lei manca tanto la mamma?

«È una figura materna che non ha più, per questo si è molto aggrappata a me, e io in questo momento sono il suo porto sicuro. Con l’aiuto di mia mamma anche, che è molto importante, si è ormai abituata a questa cosa: la stiamo affrontando nel modo giusto, tranquillamente. Lei è molto serena, e stiamo bene insieme. Ci stiamo riorganizzando sul come proseguire la nostra strada, e direi che stiamo vivendo questa fase nel modo giusto».

E a livello giudiziario, due anni dopo come va?

«Speriamo che ogni udienza sia un contributo a raggiungere la verità e a capire cos’è successo senza ombre e senza dubbi, per arrivare in fondo a tutto questo con serenità, senza tanti punti lasciati in sospeso».

Nell’ultima udienza lei era in aula e ha sentito tutto l’interrogatorio del cosiddetto “terzo uomo”: come le è parsa la sua deposizione?

«Erano colleghi e amici con Alice, e lo ha ammesso. L’ho visto un po’ nervoso in alcuni passaggi. Personalmente, la sua deposizione mi ha fatto nascere delle domande, per cui vorrei dei chiarimenti. È stata comunque senza dubbio un’udienza interessante per capire alcune dinamiche: vediamo se può portare a un contributo per chiarire bene cos’è successo quella notte».

Qual è la sua richiesta due anni dopo la tragedia che le ha cambiato la vita?

«Io chiedo semplicemente giustizia per quello che è accaduto. E vorrei arrivare senza alcun tipo di dubbio e senza ombre alla fine di tutta questa vicenda. È questa l’esigenza profonda per cui cerchiamo una risposta in tribunale».

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