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Il commento

«La legge Fornero non viene superata, anzi, si peggiora la situazione alla vigilia di una crisi preannunciata»

di Giovanni Medici

	L'incontro tra Governo e sindacati sulla manovra e, nel riquadro, Antonio Petrillo
L'incontro tra Governo e sindacati sulla manovra e, nel riquadro, Antonio Petrillo

Antonio Petrillo, direttore del patronato Inca Cgil di Modena, boccia la manovra del Governo Meloni: «Le possibilità di pensionamento restano le stesse»

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MODENA. «Nella Legge di Stabilità del Governo Meloni non c’è niente di nuovo, anzi si è riusciti a peggiorare la situazione. Tutto questo in un momento in cui tanti segnali ci dicono che siamo alla vigilia di una crisi, anche a Modena».

Antonio Petrillo è il direttore dell’Inca, il patronato della Cgil, 67 collaboratori operativi e in media 85 mila pratiche ogni anno, il più importante della provincia.

Non c’è davvero niente di nuovo in questo provvedimento, per quanto non si sia ancora arrivati alla sua approvazione?

«Per lavoratori e pensionati no, la Legge Fornero in pratica viene riconfermata. Unica novità è il Bonus Natale, 100 euro per chi ha redditi da lavoro dipendente complessivi per il 2024 non superiori a 28 mila euro e un figlio a carico. Pensiamo all’Opzione Donna, che consente la quiescenza a 61 anni con 35 anni di calcolo contributivo, ridotta di un anno per ogni figlio (massimo due) , purché essa sia una “caregiver” o in una situazione di ridotta capacità lavorativa: ad esempio in una città come Modena, 700mila abitanti, l’anno scorso ne avremo fatte una decina in tutto. Lo stesso vale per Quota 103 (41 anni di anzianità contributiva e 62 anni di età). L’Ape sociale, che consente di andare in pensione con 30 anni di contributi ma ottenendo però l’assegno per sole 12 mensilità e non per 13 come per altri tipi di trattamenti, dal canto suo vede la stragrande maggioranza si attendere di avere l’età adeguata. Per le minime sono arrivati dal Governo 3 euro in più l’anno, una miseria, mentre l’inflazione è stata tra il 2021 e il 2023 del 17.3% nel nostro paese».

Rendite pensionistiche complementari per raggiungere l’importo minimo dell’assegno di vecchiaia, quale il vostro giudizio?

«Secondo me pochi useranno questa possibilità. 67 anni, 534.41 euro il valore della minima e 20 anni di trattamento complementare, questi i numeri da tenere in considerazione. Sarebbe meglio a mio parere garantire un adeguato trattamento pensionistico da parte dello Stato. Si tenga presente che un giovane che inizia oggi a lavorare può attendersi una pensione che non supererà il 45% del suo stipendio mensile: questa Legge di Stabilità non prevede possibilità di uscita anticipata del lavoro veramente efficaci. Servirebbero risorse ma il Pil italiano scenderà più delle previsioni, mancano le risorse».

Risorse che si possono trovare dove?

«Gli ultimi dati ci ricordano che in Italia ci sono 80 miliardi l’anno di evasione contributiva e fiscale. Nel 2023 dipendenti e pensionati hanno pagato 17 miliardi in più di tasse, d’altronde il prelievo qui è semplice. Le stesse aziende, dopo venti condoni, attendono: ormai ci si è abituati a questo sistema, prima o poi arriverà il ventunesimo, che sarà migliorativo. E i controlli non sono certo efficaci, possono arrivare a toccare una percentuale minima delle imprese. Anche nella nostra provincia la Cassa integrazione è nettamente aumentata, richiesta nei mesi scorsi dalle imprese più piccole, i contoterzisti, ma ora anche da quelle più grandi, in vari settori, dalla ceramica all’auto fino all’oleodinamica. E quando finiranno le possibilità di utilizzare gli ammortizzatori sociali le imprese potranno solo licenziare… Ad esempio la Camera di Commercio di Modena ha recentemente pubblicato i numeri relativi ai primi otto mesi dell’anno sull’incremento delle ore di Cassa integrazione guadagni, che è stato del 29,3%, mentre a livello nazionale tale crescita si è fermata al 20,5%. È la meccanica il settore che appare in maggiore difficoltà».