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“Alcatraz”, a gennaio partono i lavori: ecco come rinascerà il Direzionale Manfredini

di Luca Gardinale

	Il render del nuovo "Alcatraz" visto dall'incrocio tra via Corassori, via Da Vinci e via Formigina
Il render del nuovo "Alcatraz" visto dall'incrocio tra via Corassori, via Da Vinci e via Formigina

L’ex sindaco Muzzarelli svela progetto e tempistiche della rigenerazione dell’ex sede del Banco San Geminiano e San Prospero in abbandono da 20 anni: food, uffici e residenze per lavoratori e studenti nella nuova veste

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MODENA. Qualcuno scommette che è più probabile vedere il centrodestra vincitore delle elezioni regionali, mentre qualcun altro inizia a crederci. Fatto sta che il progetto c’è, anche se i dettagli sono emersi in maniera un po’ rocambolesca. Al centro c’è la riqualificazione del direzionale Manfredini, il colosso di cemento di viale Corassori essenzialmente noto come “Alcatraz”, nato nei primi anni ’90 come sede del Banco San Geminiano e San Prospero, e poi diventato un’icona dell’abbandono e del degrado. E la novità, rivelata dall’ex sindaco Gian Carlo Muzzarelli, candidato Pd al Consiglio regionale, è che la vendita del comparto, annunciata dalla Gazzetta a marzo scorso, è andata a buon fine, e di conseguenza il progetto di riqualificazione sta andando avanti.

«Dalla destra fake news»

Un annuncio un po’ insolito, considerato che è nato da un’interrogazione consiliare a risposta scritta in cui l’assessora all’Urbanistica Carla Ferrari aveva replicato a Ferdinando Pulitanò (Fdi) facendo notare che la trattativa era in stallo, portando il consigliere meloniano ad accusare l’ex sindaco di aver mentito quando aveva rivelato la vendita del colosso di viale Corassori.

A questo punto è intervenuto Muzzarelli, che ha annunciato la formalizzazione dell’operazione: «Si avvicina il voto – così l’ex sindaco sul suo profilo Facebook – e come da abitudine la destra diffonde fake news, in questo caso aggravate dall’incapacità del candidato Fdi di comprendere un passaggio così importante. La svolta per il direzionale Manfredini c’è già stata, e anticipo che a gennaio inizieranno i lavori. Quando ho detto che c’era stato il passaggio di proprietà, avevo le carte in mano – incalza Muzzarelli – avendo seguito direttamente, pur nei limiti del mio ruolo, una trattativa così importante per la rigenerazione della città, attesa da tanto tempo: l’offerta di acquisto era stata accettata. La proprietà rimane del fondo – precisa Muzzarelli, alludendo al fondo trevigiano proprietario del complesso – perché, come tutti tranne Pulitanò hanno capito, la cordata ha acquistato direttamente le quote del fondo. L’iter prosegue e finalmente verrà riqualificato un immobile di 38mila metri quadri fermo da oltre vent’anni, a vantaggio della bellezza e della sicurezza della città».

Previste tre aree

Politica a parte, qual è il futuro di Alcatraz? Il progetto non è ancora stato svelato, ma le intenzioni della nuova proprietà sono quelle di dividere il complesso in tre aree:

  • un “food court”, ovvero un’ampia area destinata alla ristorazione e al food, con comparto commerciale a servizio della comunità
  • un business center con uffici che condividono servizi comuni come sale multimediali e sale meeting anche a servizio del quartiere
  • infine, ai piani alti, una parte destinata alle residenze temporanee per lavoratori e studenti.

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