L’Associazione volontari ospedalieri di Modena: un'assistenza a 360 gradi ai pazienti
Gli studenti del Sacro Cuore a tu per tu con Federico Fabbrocino, presidente dal 2022 di Avo Modena
MODENA. «Un’assistenza a 360 gradi al paziente». Queste sono le prime parole di Federico Fabbrocino, presidente dal 2022 dell’Avo Modena, l’Associazione Volontari Ospedalieri.
L’associazione
Il ruolo di Avo consiste nell’assistere i pazienti, in ambito sia pratico che emotivo. «In particolare – spiega Fabbrocino – questa associazione cerca di creare un senso di comunità, per far capire ai pazienti che fanno parte di una società». È capitato infatti che alcuni di loro a seguito della permanenza in ospedale, dopo aver visto l’impegno dei volontari, decidessero di prestare servizio proprio presso l’associazione, passando quindi “dall’altra pare”.
«Inoltre l’attenzione e la cura dei volontari ha portato alla formazione di legami stretti, tra volontario e paziente – ci racconta ancora il presidente modenese di Avo – per esempio, è capitato che un signore anziano dopo la sua permanenza in ospedale, sia tornato per offrire un caffè ai volontari».
«Mi è capitato anche – continua – di assistere una signora che non aveva un bisogno pratico del nostro aiuto ma ci ha comunque tenuti a parlare con lei; è stato toccante sentire la sua storia», aggiunge Federico durante l’intervista.
Il presidente Federico Fabbrocino
L’esperienza di volontariato di Federico è cominciata dieci anni fa, quando aveva sedici anni, con uno stage di volontariato proposto dall’Avo alla sua scuola, l’istituto Sacro Cuore di Modena.
A colpirlo fin da subito fu «l’aiuto pratico verso i pazienti dell’ospedale, anche con semplici azioni, come aprire una bottiglietta d’acqua».
«È mettendosi a servizio degli altri che si arricchiscono le capacità personali, come l’empatia e la capacità dell’ascolto», sottolinea.
Per poter entrare nel mondo del volontariato ospedaliero, è necessaria la frequentazione di un corso annuale, per chi è maggiorenne, che quest’anno si terrà a partire dal 4 novembre. Per completare la formazione si passa in corsia affiancati da un tutor, diventando così ufficialmente volontario Avo. A questo punto il servizio richiede un impegno di 2 ore a settimana.
Il problema
«Non ci sono tanti giovani quanti ne vorremmo – sottolinea Fabbrocino – L’associazione conta attualmente circa 150 volontari, anche se spesso le persone si rendono conto che non è la loro strada e perciò abbandonano, in particolare questo accade con i giovani». Si cerca quindi una soluzione per incentivare il volontariato ed aumentare gli iscritti. Al momento Avo si fa conoscere nelle scuole, attraverso stage di volontariato e presentazioni dell’associazione durante le lezioni, ma anche con attività aperte a tutta la cittadinanza. Dopo il ciclo di incontri concluso proprio ieri, verrà organizzato un nuovo incontro aperto al pubblico fra gennaio e febbraio .
Rita Tinti, Gloria Nora, Andrea Sanguanini, Maddalena Bonato, Irene Borghi e Ginevra Guidarini*
*Studenti del Sacro Cuore