Appennino e infrastrutture, Matteo Salvini: «Partito lo studio per prolungare la Nuova Estense, conto di riuscire ad avvicinare la montagna alla pianura»
Incontro sulla Pratolino-Strettara con Stefano Marchetti, presidente del comitato “La via maestra”, a margine della visita del ministro a Modena: «Sbloccato un iter fermo da 50 anni». I tecnici del Ministero hanno classificato anche il progetto della variante di Pavullo
MODENA. Sono partiti gli studi di fattibilità di due nuove strade che potrebbero rivoluzionare la montagna, e il Frignano in particolare, riducendo sensibilmente le distanze (e quindi i tempi di percorrenza) dalla pianura, con tutte le ricadute per le imprese e il turismo. Si tratta della tangenziale di Pavullo e della Pratolino-Strettara fortemente voluta dal comitato “La Via Maestra” per il collegamento con la Valle del Pelago e l’Alto Appennino. Opere di cui si parla da decenni come prolungamento della Nuova Estense (Statale 12), e su cui il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ora mostra interesse, facendole analizzare dai suoi tecnici.
L’incontro sulla Pratolino-Strettara
Ad annunciarlo è lo stesso ministro Matteo Salvini, a colloquio con il pievarolo Stefano Marchetti, presidente del comitato “La Via Maestra”, che sabato a margine della sua visita a Modena gli ha chiesto conto delle prospettive che ci sono per le due opere, su cui nei mesi scorsi il Ministero era già stato interpellato, tanto da averle indicate con due sigle tecniche nei progetti da esaminare: BO 916 per la tangenziale di Pavullo (da Sant’Antonio a Pratolino) e BO 930 per la Pratolino-Strettara (da Pavullo a Montecreto/Riolunato). Un colloquio, quello tra Marchetti e Salvini, documentato da un video pubblicato sui social in cui viene posto l’accento in particolare sulla Pratolino-Strettara. Che però non può esistere senza la tangenziale (il cui studio di fattibilità è già stato avviato da tempo da Unione e Provincia), che ne è imprescindibile innesto.
Le parole di Salvini
«Come avevo promesso – sottolinea Salvini – dopo decenni di chiacchiere a vuoto, grazie ad Anas che abbiamo sollecitato, è stato inserito lo studio di fattibilità dell’opera nel Contratto di programma fra Ministero e Anas. I tecnici stanno lavorando per dirci se si può fare, come si può fare e quanto costa, perché senza queste informazioni tutto il resto è aria fritta. Appena arriverà al Ministero lo studio di fattibilità, mi impegno a tornare sul territorio per valutarlo insieme ai cittadini, mai sulla testa dei cittadini. So che i territorio lo vogliono, le imprese lo vogliono, i comuni lo vogliono: conto di riuscire ad avvicinare la montagna alla pianura, a Modena e non solo Modena. Poi non mi interessa perché gli altri per 50 anni non han fatto la strada: noi siamo partiti, e ne sono felice».
Le parole di Marchetti
«Sono molto contento della disponibilità e dell’impegno del ministro – osserva Marchetti – nei due tavoli tecnici che abbiamo avuto a Roma sull’opera non avevamo avuto occasione di incontrarlo, ora ci siamo confrontati direttamente sull’opera e abbiamo riscontrato grande attenzione, tanto che il Ministero ha sollecitato come prioritario ad Anas questo studio di fattibilità. Poi il Ministero prenderà la decisione se fare l’opera o meno, e perché. Ma senza questo studio, che sarà interamente finanziato dal Ministero, non si muove nulla».
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