Palpeggia la sua commessa: il titolare di un negozio di Carpi va a processo
Approfittando della sua posizione da “capo”, che la metteva in soggezione, le ha rivolto attenzioni a sfondo sessuale
CARPI. Approfittando della sua posizione da “capo”, che la metteva in soggezione, ha rivolto attenzioni a sfondo sessuale alla commessa che serviva nel suo negozio, fino ad arrivare a metterle le mani addosso. Lei per un certo periodo ha sopportato, ma poi ha deciso di ribellarsi, e l’ha denunciato per violenza sessuale.
È una storia che porta alla periferia di Carpi, in un negozio gestito da un cinquantenne originario dell’Arabia Saudita. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, l’uomo ha cominciato ad avere comportamenti ambigui nei confronti della ragazza che aveva preso per servire in negozio, una 25enne italiana. Non solo battute però. A un certo punto, e siamo verso la fine del 2022, si è spinto oltre, con chiari comportamenti a sfondo sessuale. Ha cominciato ad allungare le mani, toccandola sul collo e nel sedere. Lei all’inizio si è sentita spiazzata, e ha sopportato senza ribellarsi, probabilmente anche perché temeva che se avesse detto qualcosa poteva avere ripercussioni sul lavoro, o anche rischiare di perderlo.
Poi però si è fatta forza e ha trovato il coraggio di denunciarlo per quello che era: violenza sessuale. Lo ha fatto attivandosi per avere prove significative di ciò che sosteneva: ha registrato una conversazione tra lei e lui in cui la ragazza gli diceva di smetterla e che si sentiva profondamente ferita dai suoi gesti. E lui sostanzialmente si giustificava con frasi del tipo: “Non volevo offenderti”.
La conversazione è stata acquisita in sede di denuncia, e la posizione dell’uomo di è fatta abbastanza complicata, perché a quel punto diventava difficile sostenere che non fosse successo nulla. La Procura (pm Giulia Stignani) ha aperto un fascicolo, e ieri mattina il 50enne è stato chiamato davanti al giudice Andrea Scarpa per l’udienza preliminare.
Tramite il suo avvocato, ieri ha chiesto al giudice l’ammissione al rito abbreviato, che in caso di condanna consente di avere lo sconto di un terzo della pena. Richiesta subordinata alla sua audizione, cioè alla possibilità di raccontare al giudice la sua verità sui fatti, e le accuse che gli ha rivolto la ragazza . Il giudice ha acconsentito, fissando l’udienza, che avrà poi contestuale sentenza, al prossimo febbraio. Vedremo che peso avranno le sue parole oggi, di fronte alle conversazioni dell’epoca.