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Musumeci all’evento del Gruppo Sae: «Trump? Ha vinto la democrazia»

di Luca Balestri
Musumeci all’evento del Gruppo Sae: «Trump? Ha vinto la democrazia»

Il ministro per la Protezione civile ha discusso di portualità e blue economy

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«Sono convinto che la riforma della portualità in Italia sia prioritaria. È il primo passo da compiere per essere competitivi nel mondo. Oggi serve una rete adeguata al mutato contesto».

Il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci ha aperto ieri il convegno “La spinta del mare”, organizzato dal Gruppo Sae (editore di Tirreno, La Nuova Sardegna, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio e La Nuova Ferrara).

Introdotto dal direttore del Tirreno, Cristiano Marcacci, il convegno è stato moderato dalle giornaliste Francesca Ferri e Ilenia Reali.

Al Palazzo dei portuali a Livorno c’è l’occasione per fare il punto sulla blue economy, l’economia del mare che per il nostro Paese è una miniera d’oro blu. Sette le filiere che la compongono: la filiera ittica, quella della cantieristica, i servizi di alloggio e ristorazione, le attività sportive e ricreative, l’industria delle estrazioni marine, la movimentazione di merci e passeggeri, e la ricerca, regolamentazione e tutela ambientale.

Quanto vale dunque la blue economy in Italia? Sono 1.166 i comuni costieri in Italia, il 18,8 per cento della superficie totale del nostro paese. E le zone di mare sono più densamente popolate rispetto all’entroterra: a fronte di 158 chilometri quadrati degli altri comuni italiani, nei 1.166 comuni marini vi abitano 354 abitanti per ogni chilometri quadrati.

Valore aggiunto di oltre 113 miliardi

Secondo il Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne, nel 2022 in valori assoluti l’economia marittima valeva 64,6 miliardi di euro, cioè il 3,7% dell’economia italiana. E l’indotto che l’economia blu garantisce è ancora una volta una cifra gigante. Il valore aggiunto creato nel resto dell’economia è infatti pari a 113,6 miliardi di euro, cioè il 6,5% dell’economia del Paese.

Per continuare a crescere, però, è essenziale un cambio di passo. «La competizione è sempre più incalzante. Nei porti le navi devono stare il minor tempo possibile, si deve accelerare la procedura di scarico e carico – ha spiegato il ministro, intervistato da Ferri –. Bisogna elettrificare le banchine e dotarsi di sistemi procedurali digitalizzati per accorciare i tempi».

È per stare al passo con i tempi, quindi, che è in atto una riforma del sistema. «L’Italia può giocare una partita importante sul mare – ha detto Musumeci – ma finora non l’ha fatto. Ad oggi in Italia in alcune realtà le Autorità di sistema portuali hanno lavorato con impegno e grande capacità progettuale, mentre altrove è stato meno soddisfacente».

Gli ospiti

Ospiti del forum, e protagonisti di un panel sulle infrastrutture, i presidenti dell’Autorità di sistema portuale del mar di Sardegna, Massimo Deiana, e dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale, Luciano Guerrieri, hanno annuito e, più tardi, hanno sottolineato l’enorme mole di lavoro svolta dalle loro autorità, nonostante i mille vincoli richiesti da enti i più disparati.

Oltre alla politica blu, Musumeci non si è sottrae al dibattito sulla legge di bilancio che andrà approvata entro fine anno. «Siamo al governo da due anni, e abbiamo ereditato un debito pubblico di 3mila miliardi di euro. I sacrifici si fanno tutti, e se vogliamo rispettare i limiti imposti dall’Ue almeno per un paio d’anni serve limitare all’essenziale le spese», dice.

Alla domanda su se e cosa cambierà, per l’economia del mare, con l’elezione di Trump, le sue politiche sui dazi e le sue posizioni negazioniste sul cambiamento climatico, «come ha sottolineato il nostro presidente del Consiglio – ha detto il ministro Nello Musumeci – noi abbiamo il dovere di interloquire e rispettare le scelte che in democrazia hanno fatto i cittadini. Vero è che alcuni messaggi di Trump in passato si muovevano in una dimensione diversa rispetto alla consapevolezza che il mutamento del clima impone delle scelte innovative. Noi siamo convinti che il cambiamento climatico sia realtà». 

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