Chiesti 115 anni di carcere per la "banda dello spaccio" di Modena
Maxi richiesta del pubblico ministero: gli 11 membri del gruppo hanno gestito il traffico in città dal 2015 al 2023
MODENA. Più di 115 anni di carcere: è quanto ha chiesto ieri pomeriggio il pm Giuseppe Amara a conclusione di un maxi processo per droga con la bellezza di 12 imputati. Il fatto è particolarmente degno di nota perché siamo in rito abbreviato, che in caso di condanna consente di avere lo sconto di un terzo della pena. Col processo ordinario, il conto degli anni sarebbe stato molto più pesante.
L’accusa del resto è gravissima: associazione a delinquere finalizzata alla gestione del narcotraffico nella città di Modena, ma anche in provincia, in un arco di tempo che va dal 2015 al 2023, quando l’organizzazione è stata smantellata. Più ovviamente tutti gli episodi di spaccio contestati.
A parte due persone, gli imputati sono tutti italiani. Il pm ha chiesto una condanna particolarmente pesante per i due fratelli accusati in sostanza di essere le menti dell’organizzazione: per uno sono stati chiesti vent’anni in abbreviato, e per l’altro 18. Per tutti gli altri imputati, le richieste sono tutte nell’ordine di una decina d’anni di carcere, sempre comprensivi della riduzione legata al rito. Per uno dei 12 imputati invece è stata chiesta l’assoluzione, non avendo rilevato per lui un fattivo coinvolgimento nell’organizzazione e negli episodi.
Gli avvocati difensori hanno preso atto delle pesanti richieste dell’accusa, e hanno annunciato lunghe repliche, che terranno banco nelle prossime udienze calendarizzate per il 3 e il 10 dicembre. Il collegio dei giudici (Ester Russo, Donatella Pianezzi e Danilo De Padua) prenderà atto di tutte le riflessioni e poi emetterà sentenza: a meno di rinvii, è prevista per gennaio.
L’indagine è partita nel 2021, sulla base di una lunga e complessa attività d’indagine nell’ambito della quale è stata ipotizzata l’esistenza di un’organizzazione ben ramificata a tenere le fila dello spaccio nella città di Modena, attiva almeno dal 2015. Gli inquirenti hanno documentato tutto, fino ad avere in mano nel 2023 elementi tali da condurre alle ordinanze di custodia cautelare, e allo smantellamento del giro di droga, che aveva una clientela consolidata, e un ampio giro di contante.