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La protesta

Finale, tensioni genitori-preside:«Trasferiamo nostro figlio»

di Ginevramaria Bianchi
Finale, tensioni genitori-preside:«Trasferiamo nostro figlio»

La decisione di una famiglia dopo lo sciopero. «Non sarà l’unico»

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FINALE. Eccolo, il primo banco vuoto, dopo una vicenda che sembra non voler finire, e che ha portato all'incredulità e alla rabbia i genitori della classe seconda A dell'istituto Carlo Alberto Dalla Chiesa di Massa Finalese. Ma riavvolgiamo il nastro. Dall’inizio dell’anno scolastico la gestione del corpo docenti ha innescato una serie di tensioni che ancora non trovano risposta. Prima uno sciopero di due giorni in cui i genitori hanno tenuto i propri figli a casa, poi gli attriti con la preside e, in seguito, una fitta serie di richieste di chiarimenti, che tuttora tardano ad arrivare.

Il primo bambino trasferito
E così, la situazione ha portato una delle famiglie della classe a prendere una decisione drastica: trasferire il proprio figlio dalla scuola. «Come in tutte le cose, finché non ci scappa il morto nessuno si preoccupa», dichiara la portavoce dei genitori della classe. Parole forti che esprimono «la delusione per il silenzio dell’istituto di fronte ai numerosi appelli e alle sollecitazioni di chiarezza inviate alla dirigenza scolastica». Secondo la classe, infatti, nessuna spiegazione convincente è stata fornita sui continui cambi di insegnanti che, in un solo mese dall’inizio delle lezioni, hanno destabilizzato gli studenti e preoccupato i genitori, facendo arrivare la didattica della classe «ai limiti della sufficienza».

L'incontro
Dopo ripetute richieste, l’unico risultato ottenuto è stato un incontro tra i rappresentanti scolastici e i genitori, alla presenza dell’assessore alla Scuola, del rappresentante dei genitori, dell’avvocato della classe e dei carabinieri. «Noi altri genitori che volevamo parlare faccia a faccia, ci siamo trovati davanti a tre carabinieri e il maresciallo – racconta – e c’è stato impossibile entrare in aula».

La decisione delle famiglie
Le tensioni si sono ulteriormente aggravate e così alcune famiglie hanno cominciato a considerare seriamente l’ipotesi di trasferire i propri figli in un’altra scuola. Finché non è successo realmente. «In una scuola dovrebbero regnare il dialogo e una didattica efficiente – sottolinea il genitore – Qualora non si riesca a fare chiarezza sulla questione, potremmo iniziare tutti a considerare di prendere questa strada più seriamente».

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