Maserati, l’ad Tavares arriva a Modena e la Cgil sciopera
L’amministratore delegato del Gruppo Stellantis in visita. Ad attenderlo un picchetto di lavoratori in protesta
MODENA. Carlos Tavares, amministratore delegato del Gruppo Stellantis, in arrivo a Modena. L’appuntamento è per martedì 5 novembre alla Maserati di via Ciro Menotti, la fabbrica automobilistica più antica d’Italia ancora operativa dopo 85 anni. Troverà ai cancelli ad attenderlo un picchetto di lavoratori e lavoratrici del Tridente, preoccupati per una crisi industriale che non si arresta. La Maserati appare oggi l’unico marchio italiano di vetture di lusso in difficoltà.
La reazione di Cgil
«I giorni di lavoro – ricorda la Fiom Cgil, che ha proclamato per oggi uno sciopero di 4 ore in accordo con la Rsu aziendale – si riducono sempre di più raggiungendo a fatica la media di 4/5 giorni al mese e il 2025 non promette nulla di buono rispetto ad un 2024 indicato come l’anno peggiore di sempre. A Tavares diremo che la Maserati ha bisogno subito di nuovi modelli per essere rilanciata altrimenti non sono chiari i motivi della sua venuta. Le lavoratrici e i lavoratori continuano a perdere un’importante fetta di salario ogni mese, mentre il suo stipendio come quelli di ogni altro dirigente Stellantis continua a crescere. La sua remunerazione di 37 milioni di euro equivale a quella di mille operai, solo quando hanno la possibilità di lavorare tutti i giorni. Oltretutto, si parla di almeno 100 milioni di euro di buonuscita – conclude il sindacato - quando lascerà Stellantis il prossimo anno».
Numeri contro
Nel periodo gennaio-ottobre 2024 sul solo mercato italiano Maserati ha visto scendere le nuove immatricolazioni da 3370 a 2070, con un calo del 40% e una quota di mercato passata dallo 0.26% del corrispondente periodo del 2023 allo 0.15% di oggi. A Modena sono state solo undici le Maserati immatricolate nel mese appena terminato, e 184 a livello nazionale.
Da poche settimane l’amministratore delegato del Tridente è cambiato e Davide Grasso ha lasciato il posto a Santo Ficili. Secondo Stellantis il problema del marchio modenese è essenzialmente il marketing ma i sindacati hanno più volte fatto notare che invece mancano i prodotti necessari al rilancio dell’azienda. «C’è bisogno di un piano pubblico di conversione e sviluppo – spiega ancora la Fiom Cgil – che ponga al centro il bene della collettività e dei lavoratori e non i profitti degli azionisti».
Il futuro
Tavares ha già detto più volte che non intende vendere la Maserati, anche se interlocutori cinesi (e non solo) avrebbero manifestato interesse per una possibile dismissione del Tridente da parte di Stellantis. L’arrivo di Ficili, che è stato nominato parallelamente amministratore delegato anche di Alfa Romeo, potrebbe far pensare ad un ritorno in auge del polo Alfa-Maserati all’interno delle strategie future del Gruppo Stellantis?
Il nuovo ceo
«La missione che mi ha dato Tavares è portare i due marchi dove meritano di stare» ha dichiarato a Quattroruote Ficili nei giorni scorsi. «Su Maserati c’è un gran lavoro da fare perché dobbiamo riportare il brand nel segmento luxury, dove deve essere. Inoltre, bisogna anche ricostruire la parte emotiva della squadra di persone fantastiche che abbiamo a Modena e a Torino. Magari nell'ottica della sinergia con Alfa Romeo qualcosa (nuovi prodotti, ndr.) possiamo inventarci…».
Ma di un vero e proprio polo del lusso non si parla. Non dimentichiamo che all’Innovation Hub di Maserati, aperto nel 2015 e da poco chiuso, sono state progettate diverse vetture del marchio milanese e in via Ciro Menotti si costruiva la sportiva 4C.
Il retroscena
Il sito Affaritaliani.it nei giorni scorsi ha rilanciato una voce: in Stellantis stanno pensando di cedere Maserati e darne una grossa fetta a Tavares, che diverrebbe così non più un amministratore delegato ma il proprietario del Tridente. Il manager portoghese, 66 anni, buon pilota, non solo prova le nuove vetture in pista e fuori (ha anche un team personale) ma pare che abbia una stanza vicina al suo ufficio dove le smonta fino all’ultima vite per controllare che non si usino pezzi di troppo, per risparmiare, facendo così fruttare la Laurea in Ingegneria presa a Parigi.