Gazzetta di Modena

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Crimini nazisti

A Gombola un monumento per i due 13enni vittime di guerra

Daniele Montanari
A Gombola un monumento per i due 13enni vittime di guerra

Accanto a Franco Cesana, presto Francesca Bortolotti, uccisa mentre andava al vespro

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POLINAGO. Un monumento ricorda ora, a Gombola, il sacrificio di Franco Cesana, il più piccolo partigiano d’Italia ucciso il 14 settembre 1944 dai nazisti a soli 12 anni. E presto ricorderà anche Francesca Bortolotti, freddata a 13 anni l’11 febbraio 1945 da una mitragliatrice tedesca mentre andava al vespro. Sì, perché per un incrocio del destino, le due vittime bambine furono uccise a 30 metri di distanza l’uno dall’altra, in una pagina di storia ancora poco conosciuta.

L’inaugurazione

Ieri mattina, nell’80° della morte di Cesana, è stato inaugurato in località Picciniera di Gombola il monumento – fatto in pietra del Rossenna e posizionato con l’aiuto dei residenti della borgata – che ricorda Cesana davanti alla scala in cui fu raggiunto dalle pallottole. Un’iniziativa fortemente voluta da Walter Telleri (Anpi Prignano-Polinago), e che ha visto una fitta presenza istituzionale: Simona Magnani (sindaco di Polinago), Mauro Fantini (sindaco di Prignano), Roberta Muccini (consigliera delegata dalla Provincia), Margherita Zanasi (consigliera di Maranello), Vanni Bulgarelli (presidente provinciale Anpi) e Giulia Manzini (presidente provinciale Fiap).

La testimonianza

È stato un momento molto toccante, soprattutto quando Giuliana Marchetti (ex preside di Prignano che curò la ricerca dei ragazzi su Cesana) ha letto il messaggio che l’anziana Ziva Modiano Fischer, cugina che ospitò Cesana quando era a Roma, ha inviato  per la cerimonia. Una lettera in cui ha immaginato che sia il bambino a raccontare la sua storia, con passaggi come questo: «Siamo scappati da Bologna iniziando a girare per i paesi vicini, i contadini ci permettevano di dormire nei fienili ma per pochi giorni, per paura di essere denunciati. Avevo sempre fame e soffrivo per il freddo, non ce la facevo più a vivere nascondendomi perché sono ebreo. Volevo combattere i fascisti e i nazisti, come mio fratello che era andato con i partigiani. Sono scappato e l’ho raggiunto, ho detto di essere più grande e mi hanno preso. Mi hanno dato un compito: controllare se c’erano tedeschi in zona, fare la staffetta. Non sento che sia pericoloso, e mi sento importante e utile».

«Quando si parla di bambini vittime di guerra, non c’è colore: c’è solo il dovere di ricordarli tutti – sottolinea il sindaco Simona Magnani – così come quello di ricostruire i fatti in maniera obiettiva per tramandarli. Il ricordo di Franco ci tocca tutti, tra l’altro io ho scoperto che nella sua fuga dormì anche a Casa Matteazzi, dove abito io».

L’altra vittima

«Adesso abbiamo il dovere di ricordare anche un’altra vittima bambina, Francesca Bortolotti – rimarca  Telleri – aveva 13 anni quando fu uccisa mentre andava al vespro, a pochi metri da Franco: due 13enni a cui la follia della guerra ha tolto la possibilità di crescere e avere una vita. Lei è stata uccisa nel 1945: sarebbe bello mettere anche la sua foto, accanto a quella di Cesana, nei primi mesi del 2025, nel suo 80°».