Prigionieri del traffico: ecco quanto tempo si perde in coda in provincia di Modena
I tempi di percorrenza per raggiungere il capolouogo, e viceversa, da Castelfranco, Nonantola, Vignola, Pavullo, Sassuolo, Rubiera, Carpi, Mirandola e Finale Emilia. La carenza di un trasporto pubblico adeguato e di alternative efficaci all’auto è il principale problema
MODENA. Per 72 ore all’anno i pendolari che da Nonantola si recano a Modena stanno in fila: e parliamo solo del viaggio di andata. Se assumiamo che al ritorno i ritardi siano similari, si tratta di quasi sei giorni trascorsi chiusi all’interno delle automobili. Modena è schiava del traffico, non lo dice solo la percezione empirica che ogni giorno i cittadini affrontano sulle strade, ma lo certificano i numeri.
Abbiamo analizzato i principali percorsi che ogni giorno decine di migliaia di lavoratori e studenti effettuano, misurando la differenza tra quanto impiegano in un giorno feriale all’ora di punta e quanto serve senza traffico. Il risultato evidenzia la necessità di ripensare la mobilità di Modena e provincia.
Nonantola e Castelfranco
Due arterie da bollino rosso sono la Nonantolana e la via Emilia in direzione Castelfranco. Ogni mattina sono due delle strade più trafficate per raggiungere il capoluogo, con code e intoppi che sono diventati l’abitudine di ogni automobilista. Se da Nonantola si va a Modena, ipotizzando la partenza alle 7.30, il tempo necessario è di 35 minuti (dati Googlee Maps, ndr). Quello stesso percorso richiede, senza traffico, 16 minuti. Dunque 9 minuti persi a causa degli ingorghi e sono stime al ribasso, poiché quando piove i tempi si allungano inesorabilmente, figurarsi poi in caso di incidente, per piccolo che sia. La Nonantolana va letteralmente in tilt, costringendo gli automobilisti ad attese superiori ai 35 minuti. Hanno alternative? Sì, le corriere stipate di studenti. Altri mezzi per raggiungere Modena in orario lavorativo non esistono. La ciclabile sta attraversando un lungo iter burocratico, mentre l’antica fermata ferroviaria di Nonantola venne smantellata nel secolo scorso.
Alternativa, il treno, che avrebbero i residenti di Castelfranco. Anche loro per raggiungere Modena perdono 18 minuti al giorno nelle code, specialmente nella zona del ponte di Sant’Ambrogio e nei successivi chilometri per arrivare a Modena. Anche qui un imbuto in prossimità della tangenziale che rende vane le “partenze intelligenti”.
Carpi e Sassuolo
Va molto meglio a chi vive a Sassuolo. Il motivo? La tangenziale Modena-Sassuolo che consente viaggi molto più scorrevoli, con perdite di tempo di circa 10 minuti. Non è forse un caso che il distretto ceramico sia la zona più servita con una tangenziale ad hoc, le corriere e anche una ferrovia, il tanto vituperato Gigetto.
Va peggio ai residenti a Carpi: la Nazionale è un incubo all’ora di punta, più in un senso rispetto all’altro. Chi da Modena lavora a Carpi perde in coda 9 minuti, che percorre il tragitto inverso ben 14 minuti di code. Anche qui sperando che non piova e che non vi siano incidenti.
Rubiera
Sono migliaia i reggiani che ogni giorno giungono nel Modenese per lavoro, percorrendo la via Emilia e trascorrendo lunghi minuti in coda tra Rubiera e Marzaglia Vecchia. La presenza di un solo ponte sul Secchia e l’interconnessione con la statale che arriva da Scandiano creano un tappo che fa perdere circa 12 minuti. Da anni l’amministrazione comunale di Rubiera chiede la realizzazione della tangenziale, con il relativo collegamento alla fantomatica bretella Campogaliano-Sassuolo che creerebbe un secondo passaggio sul fiume. Risultato: via Emilia meno congestionata.
Bassa e Appennino
Qui i tempi si dilatano, banalmente perché aumentano i chilometri. Ma arterie come la Canaletto o l’Estense sono a dir poco problematiche. Da Mirandola all’ora di punta i tempi si allungano di circa 25 minuti, stessa tempistica per Mirandola. Anche qui i viaggi dal capoluogo ai centri periferici sono più agili.
I problemi
La carenza di un servizio di trasporto pubblico adeguato, come evidenziato da esponenti politici, sindacati e associazioni di consumatori, obbliga i cittadini a utilizzare l’auto. Modena ha una geografia complessa. A differenza di Parma e Reggio, non c’è solo la presenza di un capoluogo nevralgico. Nel Modenese sono svariati i distretti produttivi e anche popolosi: Carpi, il Ceramico, il Biomedicale nella Bassa e la zona tra Vignola e Castelfranco che conta oltre 50mila abitanti. Un sistema complesso che ben si accompagnerebbe a un sistema ferroviario provinciale su modello europeo. Peccato che le ferrovie siano state smantellate. E ora? Ci teniamo le code, in attesa di scelte forti e rivoluzionarie da parte degli enti più o meno locali.