Il carpigiano Nello Gatti premiato influencer mondiale sul vino
L’ambasciatore del vino sulla rete si racconta e svela i segreti della sua particolare professione: «Restituisco la bellezza di tante esperienze»
CARPI. Un carpigiano ambasciatore del vino sulla rete. Letteralmente “Ambasciatore”, perché è così che si fa chiamare Nello Gatti nella sua versione digitale, quella di influencer fresca di premio alla prima edizione del Vino Influencers World Awards, il premio dedicato ai comunicatori digitali del settore vitivinicolo andato in scena a Valladolid, in Spagna.
Tra i 150 comunicatori del vino provenienti da oltre 30 paesi, il carpigiano Gatti si è meritato l’apprezzamento di una giuria composta da sommelier, chef, produttori, comunicatori e addetti ai lavori, che hanno riconosciuto all’“Ambasciatore” di andare «oltre le metriche e i parametri dei canali social». Tra le motivazioni del premio conferitogli, la giuria sottolinea come «il suo profilo si distingue per la capacità di comunicare in modo autentico e appassionato il mondo del vino, condividendo storie, esperienze e conoscenze che ispirano il suo pubblico. La community di influencer ha riconosciuto la sua dedizione, cameratismo, cordialità, professionalità e la sua influenza nel settore, rendendolo una figura chiave nel panorama mondiale del vino. Un vero riferimento nell'arte di raccontare il vino».
Un traguardo a cui il carpigiano è arrivato dopo anni di formazione nel settore. Partito dal Meucci di Carpi, dove è cresciuto in seguito al trasferimento della sua famiglia dalla nativa Irpinia, oggi vive a Milano, ma vanta esperienze anche in Austria, Spagna, Inghilterra. Studi in Economia e un lungo affinamento tra fogli di giornale, valigie e calici, l’Ambasciatore si definisce un “comunic-autore”:
Il racconto
«Non provengo da alcuna terza o quarta generazione di viticoltori, né tantomeno a casa mia si è vista mai una particolare attenzione o bottiglia di pregio a tavola – spiega Gatti –. Nonostante ciò, il vino è riuscito ad accogliermi e poi accompagnarmi in questo lungo viaggio ancora in corso e io, per riconoscenza, vorrei restituire la bellezza di queste esperienze a chi può costruirne di nuove, fatte di storie e meno stories, perché il vero dilemma non è tra tecnicismo e leggerezza nel mondo del vino, ma su realtà e finzione. Mi sono occupato per oltre un decennio di cantine e importatori, di eventi e vendita, sotto varie forme e per diverse aziende prima di elaborare la mia cuvée, ovvero una serie di servizi professionali verso le aziende e veritieri nei confronti della community, senza sofisticazioni e tendenti al Pas Dosé – racconta Gatti – Il nome d’arte? Prima dell'avvento dei social facevo già questo lavoro e un vecchio boss spagnolo, un po' perché appena rientrato da un'esperienza in ambasciata e un po' perché apprezzava quei modi per l'appunto diplomatici, mi chiamava “el embajador”. Così, l’Ambasciatore è diventato a discapito di incarichi istituzionali il mio nome di battaglia». Un nome arrivato nel gotha degli influencer vitivinicoli.l