Spray al peperoncino nella succursale del Barozzi in via Rainusso: 6 studenti intossicati
È accaduto intorno alle 10.30, sul posto polizia di Stato, tre ambulanze e due automediche: sono in corso i controlli medici all’esterno della scuola e alcuni giovani hanno dovuto essere accompagnati al Policlinico per accertamenti
MODENA. Due classi evacuate e sei studenti intossicati e trasportati in ospedale. È il bilancio dei danni causati dallo spray spruzzato questa mattina nella succursale dell’istituto tecnico Barozzi, in via Rainusso a Modena.
L’allarme a metà mattina
Mancavano pochi minuti alle 10.30 quando è scattato l’allarme dalla scuola. Le testimonianze sono discordi sulla ricostruzione. Secondo una prima versione, lo spray si è propagato da un bagno verso i corridoi, diffondendosi nelle due aule interessate. Una seconda versione prevede che lo spray sia stato spruzzato in entrambi gli ambienti: il bagno e i corridoi. A prescindere dalla ricostruzione, sono chiare le conseguenze: due delle otto classi presenti nella succursale sono state evacuate.
L’arrivo dei soccorsi
Quattro studenti sono saliti su una prima ambulanza, inviata sul posto dalla centrale operativa del 118. Altri due giovani sono stati trasportati al Policlinico con una seconda ambulanza mentre una terza era operativa nel cortile della scuola, in fondo alla discesa dopo il cancello di via Rainusso. Testimoni hanno riferito di sintomi quali nausea e vomito per la sostanza inalata. Sul posto sono arrivate anche due automediche con i rinforzi del personale sanitario. Guidati da un coordinatore, i soccorritori hanno verificato le condizioni dei giovani che hanno respirato l’aria viziata dallo spray.
Indaga la polizia di Stato
L’esatta dinamica è al vaglio degli agenti della polizia di Stato, intervenuti sul luogo con due squadre. Al momento non è stato identificato alcun responsabile e non è chiaro se si sia trattato di uno spray al peperoncino oppure di uno spray urticante, come avvenuto nell’ottobre di un anno fa nella sede centrale. La prima ipotesi è stata fornita da numerosi giovani e suffragata con un «probabilmente» dalla preside della scuola, Lorella Marchesini. La dirigente non era presente nella succursale al momento in cui è stato dato l’allarme, ma è arrivata per dare manforte ai docenti.
La chiamata ai genitori
I professori delle aule evacuate hanno seguito gli studenti nel cortile, cercando di strappare un sorriso in un momento vissuto in modo diverso dai giovani. I più goliardici hanno approfittato del fuoriprogramma per scherzare e richiamare ad ampi gesti l’attenzione delle telecamere all’esterno. Altri invece erano ben più seri, i volti tesi e preoccupati per le condizioni di compagni trasportati in ospedale. La preside ha verificato come stavano gli studenti in attesa delle visite davanti al punto medico improvvisato nel cortile, discusso con gli agenti e parlato con giovani e professori in attesa dei vigili del fuoco. Nel frattempo, genitori di studenti minorenni delle due classi evacuate continuavano ad arrivare davanti alla succursale. Erano stati avvertiti dell’emergenza e hanno avuto il permesso di prendere i figli o per riportarli a casa. Per i maggiorenni non è stata necessaria la presenza dei genitori per rientrare.
Le testimonianze sul posto
Poco dopo mezzogiorno, una madre si è fatta largo dal cancello ed è andata diretta al punto medico, dove erano di stanza due poliziotti. La mamma ha mostrato agli agenti il proprio cellulare, indicando l’immagine di una persona sospettata del gesto, che frequenta l’istituto. «Qualcuno lo dirà chi è stato», si è sfogata dopo, sostenendo l’ipotesi secondo cui «i ragazzi lo sanno benissimo chi è l’autore».
Tra gli studenti, le critiche a chi ha portato il panico nelle classi non sono mancate. «Ci vorrebbe un controllo all’ingresso», si è augurato uno studente di quarta. Il giovane era in palestra quando le due classi sono state evacuate. Ha descritto gli effetti causati dallo spray, come accaduto circa un anno fa nella sede centrale dell’istituto. Era il 17 ottobre del 2023 e anche allora la sostanza si era diffusa dapprima nei bagni, poi nei corridoi e infine in aule del primo piano. «Bisogna farsi molte domande sul tipo di società in cui viviamo – ha detto Sergio Davoli, esponente del controllo di vicinato – La zona è abbastanza vituperata».