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A Modena si va sempre meno in bici: un calo del 12,4 per cento rispetto al 2023

di Ginevramaria Bianchi
A Modena si va sempre meno in bici: un calo del 12,4 per cento rispetto al 2023

La Fiab, Federazione italiana ambiente e bicicletta, ha misurato i passaggi in 14 punti strategici della città: contati, in tutto, 3.127 ciclisti. Cinque anni fa, nell’anno migiore per la mobilità ciclistica modenese, erano 4.270

20 ottobre 2024
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MODENA. Il rumore dei pedali, a Modena, è sempre più debole. Ad appurarlo sono stati i volontari di Fiab Modena (Federazione italiana ambiente e bicicletta), che lo scorso 24 settembre si sono posizionati in 14 punti strategici della città, e hanno contato, in tutto, appena 3127 ciclisti. Un dato, questo, che segna un calo netto del 12,4% rispetto al 2023, confermando una tendenza negativa che, negli ultimi tre anni, ha portato a numeri perfino inferiori a quelli del biennio Covid.

Il Pums non risolve

Nel 2019, l’anno migliore per la mobilità ciclistica modenese, i transiti avevano raggiunto quota 4270. Oggi, dopo quasi cinque anni dall’introduzione del piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), il numero dei ciclisti in città è crollato ai livelli più bassi degli ultimi otto anni. E, mentre le biciclette spariscono dalle strade, l’obiettivo di far salire l’uso delle due ruote al 20% entro il 2030 appare sempre più lontano. La disaffezione nei confronti della bicicletta, infatti, è tanto più grave se si considera che, nonostante le promesse del Pums, l’utilizzo dell’auto privata resta inchiodato al 70% degli spostamenti.

E intanto, le politiche per incentivare la mobilità ciclabile sembrano essersi perse per strada. Fiab non ha dubbi: «Le misure adottate finora non sono incisive e convincenti». Eppure, la qualità della rete ciclabile e pedonale è un tema cruciale, emerso anche durante il percorso partecipativo “Sei la mia città”, dove cittadini e associazioni hanno espresso critiche severe sulla manutenzione degli spazi e sulla sicurezza delle infrastrutture: tutte misure giuste per una città che si vuole definire "smart". Tra queste, anche strumenti creati ad hoc per conteggiare chi e come passa sulle ciclabili della provincia.

«Assenza paradossale»

«È paradossale che manchino ancora tecnologie moderne e sistematiche per il conteggio dei ciclisti – afferma Fiab – Noi continueremo a ripetere il rilevamento semestrale con le nostre possibilità, ma aspettiamo volentieri i dati più organici dalla preannunciata introduzione di più moderne e sistematiche tecnologie di conteggio. Quest’estate, infatti, l’assessore Giulio Guerzoni aveva annunciato di aver completato l’acquisto di contapassaggi da mettere sulle strade per macchine, pedoni e biciclette. Tra un paio di settimane avremo un incontro con il sindaco e ci confronteremo volentieri con lui, sperando di chiarire questa situazione».

Ma gli investimenti infrastrutturali non bastano se non sono accompagnati da misure che convincano le persone a lasciare l’auto a casa. E questi dati, affiancati alla grande quantità di ciclabili che percorrono la nostra provincia, ne sono la dimostrazione. Se questo trend non viene velocemente invertito, non solo Modena perderà l’opportunità di ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita, ma rischierà anche di vedere sfumare gli obiettivi fissati per il 2030. I numeri non mentono: la bicicletta, una volta simbolo di una mobilità più sostenibile, sta perdendo terreno, e con essa, forse, anche la fiducia dei modenesi in un cambiamento possibile.

«Davanti a questo scenario noi di Fiab auspichiamo una più aperta condivisione e pubblica consultazione dei dati a disposizione dell’Amministrazione», concludono speranzosi. Anche perché, senza la giusta attenzione, il rilevamento semestrale di Fiab rischia di essere solo un termometro di una febbre che non si riesce a curare.

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