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Modena, mancano ambulanze in città: soccorsi da Nonantola e Sassuolo

di Luca Gardinale
Modena, mancano ambulanze in città: soccorsi da Nonantola e Sassuolo

Ieri mattina tre mezzi sono arrivati da comuni della provincia per interventi nel capoluogo

19 ottobre 2024
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MODENA. Di certo il traffico infernale di questi giorni non aiuta, anche perché in ballo ci sono le tre strade più in difficoltà della provincia: la via Giardini, la Nonantolana e la Vignolese. Solo che in questo caso sulla strada non ci sono “semplici” automobilisti e motociclisti, ma persone che stanno male e che hanno bisogno delle cure dei medici in ospedale. Cure per le quali il tempo impiegato per il trasporto è fondamentale, al di là della gravità dei casi. Al centro c’è il sistema dell’emergenza-urgenza in provincia di Modena, e in particolare la gestione della rete delle ambulanze, da quelle del 118 a quelle dei volontari. Un sistema sempre più in difficoltà per la carenza di mezzi, tanto che sempre più spesso le ambulanze disponibili devono attraversare mezza provincia per andare a soccorrere un paziente.

Una mattina difficile
Qualche esempio? Ieri mattina, alle 8.49, per soccorrere un “codice giallo” - media gravità - a Modena, nel quartiere di Sant’Agnese, è dovuto intervenire un mezzo da Nonantola, per circa mezz’ora - in condizioni di traffico accettabili - di viaggio. Ma evidentemente quella di ieri in città è stata una mattina problematica, perché due minuti più tardi, per soccorrere un altro “codice giallo” in viale Buon Pastore è intervenuta un’ambulanza da Castelfranco (anche qui una mezz’ora di viaggio). Per chiudere la mattina complicata, alle 8.57 un mezzo è partito da Sassuolo per raggiungere il Villaggio Giardino - qui i minuti si riducono a 20, via Giardini permettendo - sempre in città, e sempre per un caso di media gravità.
Una situazione che sta però diventando la normalità, considerando che il 26 settembre alle 11.26 un’ambulanza è partita da Formigine per soccorrere una persona in viale Caduti in Guerra a Modena - a due chilometri dal Policlinico - e contemporaneamente, per un’emergenza a Formigine, è arrivato un mezzo da Vignola, rendendo evidente il fatto che con questo sistema l’ambulanza che parte verso la città scopre un territorio, che in caso di necessità verrà poi coperto da un altro mezzo, il quale scoprirà il suo territorio...

«Così non va bene»

A chiedere chiarezza sulla situazione dell’emergenza-urgenza è Antonio Platis, vicecoordinatore regionale di Forza Italia e candidato al Consiglio regionale: «Il gioco delle tre carte è finito - attacca - il prestigiatore è nudo. I dirigenti Ausl a forza di tagliare mezzi di soccorso non riescono più a garantire la resilienza e l’elasticità della rete 118: due aggettivi non casuali che indicano come dovrebbe essere il nostro sistema di emergenza-urgenza territoriale». Secondo Platis, inoltre, «la necessaria ridondanza dei mezzi di soccorso medicalizzati e non, necessaria a garantire resilienza e pertanto l’efficacia del sistema di emergenza territoriale anche a fronte di eventi “maggiori” (incidenti stradali con più di un feriti, contemporaneità di eventi con patologie tempo dipendenti come Ictus, infarti cardiaci, etc), con la rarefazione dei mezzi attuata dall’Ausl modenese viene meno, rendendo il sistema di soccorso rigido e a rischio di divenire incapace di garantire l’accesso e la sicurezza delle cure. Se un mezzo di Nonantola deve schizzare a Modena sud, svuota un quadrante a nord - incalza il candidato di Forza Italia - se Sassuolo copre Modena, chi presidia Palagano? La risposta è che spesso a copertura del territorio modenese devono intervenire mezzi di emergenza appartenenti alle province adiacenti, con conseguente rischio di rendere estremamente lunghi i tempi di intervento e, allo stesso tempo, spostando risorse destinate ad altri territori, sguarnendoli. Insomma, la “coperta modenese” è corta: basta che uno dei mezzi sia impegnato per mettere in crisi scenari nei quali vi siano più pazienti critici contemporanei, come per esempio nel corso di incidenti stradali con più feriti gravi, oppure in caso di emergenze contemporanee nel medesimo territorio».
Secondo Platis, insomma, «è necessario che la dirigenza Ausl capisca che i mezzi di soccorso non devono essere calcolati in base ai volumi di intervento, ma bensì in base ai tempi di intervento: appare fondamentale dare la giusta importanza a ogni singolo evento in termini di beneficio e di sopravvivenza per il paziente, il sistema deve essere sufficientemente elastico e resiliente da garantire a tutti i cittadini il soccorso appropriato».

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