Autisti intossicati dallo spray urticante: «La stazione di Modena è terra di nessuno»
La rabbia dei dipendenti e del personale di Seta: «Ci aggrediscono, uno di noi è stato colpito con una sassata e nessuno fa nulla»
MODENA. All’indomani dell’inquietante avvenimento accaduto nella giornata di mercoledì pomeriggio in autostazione c’è grande delusione e preoccupazione tra il personale Seta. Sette sette autisti sono rimasti intossicati a causa dell’inalazione di spray urticante, rilasciato nell’aria da una banda di ragazzini che poi si è data alla fuga. I lavoratori, gli autisti e i bigliettai ora si fanno sentire e invocano più sicurezza «così non possiamo più andare avanti».
L’episodio choc
Mercoledì tutto è accadto nella saletta della stazione adibita alle pause degli autisti. A un certo punti la tosse forte e la difficoltà respiratoria tanto da richiedere l’intervento del personale del 118. Più tardi si era poi scoperto che la causa di quel malessere era da attribuirsi alla presenza di spray urticante nell’aria, diffuso, a quanto pare, da alcuni ragazzini mentre la saletta era vuota, poi immediatamente fuggiti e tuttora non identificati dalle forze dell’ordine.
«Come noto abbiamo subito l’ennesimo attacco da parte di giovanissimi a danno di chi si prodiga quotidianamente a svolgere il proprio lavoro nonostante le tante difficoltà – conferma Alessandro Zappia, autista da più di 20 anni sulle autolinee modenesi – ma la cosa che a mio avviso ci fa arrabbiare è stato il silenzio generale da parte dei sindacati (Orsa esclusa che invece si è subito espressa) e delle forze politiche cittadine, che non hanno nemmeno commentato il fatto».
L’appello disperato
Zappia si chiede fino a quando tutto questo dovrà durare, «e fino a quando l’azienda per cui lavoriamo, Seta, non risponderà in maniera decisa e vigorosa a tali incresciosi avvenimenti, ma soprattutto non metterà in campo soluzioni per prevenire che accadano situazioni come quelle di ieri. Non abbiamo forse il diritto anche noi di lavorare e di fare la pausa in sicurezza?».
Ma quello che ha lasciato maggiormente l’amaro in bocca ai dipendenti Seta, sia autisti che personale di biglietteria, è stato il termine “ragazzate” usato dal presidente di Seta Alberto Cirelli lunedì, commentando il fatto, dopo essersi recato sul posto per capire di persona cosa fosse accaduto.
«Parlare di ragazzate invece che di profonda insicurezza mi è sembrato alquanto strano da parte sua – sottolinea ancora Zappia – eppure sono quotidiane le situazioni di profonda insicurezza che viviamo. Ricordo che solo due giorni fa un sasso scagliato da un ragazzino ha colpito un collega mentre era in servizio. Cosa si aspetta a mettere in campo strumenti a nostra tutela – tuona – forse che qualcuno di noi si prenda una coltellata o che ci scappi un morto per parlare e mettere la parola fine a questo stato di profonda insicurezza quotidiana. Sia chi lavora che chi utilizza i mezzi di trasporto deve poter essere messo rispettivamente nelle condizioni di lavorare e viaggiare sereno senza avere paura che gli accada qualcosa».
Un problema che va avanti da tempo
Che il problema della sicurezza permanga lo confermano molti autisti di Seta che raccontano di come la saletta pause che si affaccia sul marciapiede di ingresso dell’autostazione sia stata più volte presa di mira da criminali e auspicando così a misure di sicurezza più efficaci «come la presenza costante di una guardia giurata», affermano. Per non parlare del problema di spaccio che flagella la zona ormai da molto tempo.
«Ci eravamo comperati una televisione e dopo poco ce l’hanno rubata – raccontano ancora gli autisti scoraggiati – spesso troviamo la saletta sporca e non abbiamo più la possibilità di utilizzare la moneta per prenderci un caffè o uno snack nei distributori automatici che ci sono nel suo interno perché la gettoniera contenente i soldi è stata talmente tante volte vandalizzata che l’azienda che gestisce i distributori ha deciso di toglierla definitivamente: dobbiamo usare i distributori solo con la chiavetta, che però dobbiamo andare a caricare altrove. È assurdo».
All’interno della saletta gli autisti mostrano che sono state montate le telecamere, «ma a che servono – si chiedono – se i criminali che vengono trovati in flagrante, anche se vengono allontanati dalle forze dell’ordine o portati in caserma, il giorno dopo sono di nuovo qui in giro?»
«L’autostazione di Modena è sempre più “terra di nessuno” – conclude un’autista donna – qui ci si sente tutti insicuri e credo che tocchi a chi si occupa della sicurezza della nostra città prendere dei provvedimenti. Io che ci lavoro vieto a mia figlia di venirci perché temo per la sua incolumità».
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