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Da assessore a chef in casa: Malagoli apre il suo home restaurant a Sassuolo

di Alfonso Scibona
Da assessore a chef in casa: Malagoli apre il suo home restaurant a Sassuolo

La “nuova vita” dell’ex titolare del Centro storico della giunta Menani: «Come è nata l’idea? Ho sempre avuto una decina di persone a cena...»

18 ottobre 2024
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SASSUOLO. Al via tra pochi giorni in città il primo “Home Restaurant” di Sassuolo, forse primo anche in provincia di Modena. Ad avere l’idea è stata una persona “conosciuta” come l'ex assessore al Centro storico e Commercio della giunta Menani, Massimo Malagoli. «Sono appassionato da sempre di cucina - racconta - e da sempre mi piace “mettere le mani in pasta”, nel senso vero del termine, cioè impastare, fare tortellini, tortelli e in generale cucinare. La scuola giusta è stata quella di mamma Orlanda, che non c'è più da otto anni, ma anche di nonna Giò, mia suocera, soprattutto per il suo ragù».

Ma come nasce tutto questo a livello da farne una sorta di ristorante in casa?

«Nasce dalla grande tradizione familiare di avere gente per casa, soprattutto amici e amiche delle figlie. A casa mia si è sempre apparecchiato per 7/8 anche 10 persone a sera e non in momenti eccezionali, anche durante la settimana».

Per fare questo ci sono volute riflessioni e il coinvolgimento della famiglia: come avete fatto a trovare un accordo per far partire il progetto?

«Diciamo che ci è piaciuto metterci in gioco, soprattutto io e mia moglie Cristina, la quale come tutte le donne ha visto anche il lato bello del progetto che prevede, oltre al menù, anche l’utilizzo di stoviglie di pregio che abbiamo in casa e che non venivano mai usate. Per le ragazze, Chiara e Viola, è stato quasi un dovere che, trattandosi al momento solo del venerdì sera, ripago con una “paghetta” e il permesso di andare fuori a ballare finito il tutto».

Ci sono voluti anche permessi, pratiche fiscali ed altro: come avete fatto?

«Fiscalmente si tratta al momento di lavoro occasionale nel rispetto delle norme. La legge prevede che questa tipologia di trattamenti non faccia superare i 5mila euro all’anno, che non si possa aprire per più di 3 giorni alla settimana, e non si superino i 500 pasti all’anno. Alla fine della cena tanto di ricevuta fiscale e pagamenti anche col pos».

Cucina tradizionale, alimenti ricercati e a chilometri zero, acquistati sulle colline della zona e poco più.

«Il primo menu, per il 25 ottobre, quando ho già il sold out, prevede gnocco e prosciutto di 20 mesi, stick di “Sassolina” e calzagatti come antipasti; a seguire tortelli di ricotta e tagliatelle al ragù di “Nonna Giò”; pulled pork con riso basmati e patate al forno; per finire mousse di cioccolata e zuppa inglese. Tutto questo annaffiato da Lambrusco e Pignoletto».
Il prezzo è da “spesa familiare”ed è anche il motivo per cui le prenotazioni hanno già raggiunto il mese di dicembre.