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Dal tribunale

Modena, come al “Grande Fratello”: telecamere per spiare i vicini

di Daniele Montanari
Modena, come al “Grande Fratello”: telecamere per spiare i vicini

Una coppia, ora a processo, riprende di continuo in video e audio una prof e suo marito

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MODENA I vicini di casa che si trasformano in un “Grande Fratello” con telecamere che registrano non solo in video ma anche in audio ciò che fa l’altra famiglia che abita lì, e i loro ospiti. È un’incredibile storia che porta nella campagna sud di Modena, a Santa Maria di Mugnano, e che ha condotto la coppia di vicini (64 anni lui, 65 lei) a processo con l’accusa di interferenze illecite nella vita privata: rischiano dai sei mesi ai quattro anni di carcere.

IL CASO
Ieri hanno testimoniato le vittime, anche loro due coniugi, ripercorrendo anni di grande sofferenza a causa di questo controllo continuo. Con ripercussioni anche sulla salute. Lei, 64enne, prof alle scuole medie molto conosciuta sul territorio, ha detto al giudice Natalina Pischedda: «L’idea di essere sorvegliata h24 mi ha fatto precipitare in uno stato d’ansia e nervosismo notevoli, con cefalee fortissime. Nel 2019, quando è iniziato tutto, avevo dieci chili in più». A sua volta, anche il marito 69enne ha riferito di diversi problemi di salute. Sono assistiti dall’avvocato Verena Corradini, che si è costituita parte civile.

IL RACCONTO
«I problemi sono iniziati nell’estate 2019 – ha raccontato la donna – un giorno mentre soffiavo via le foglie nel cortile ho sentito il vicino che mi diceva: “Ti sto riprendendo col cellulare”. Ho preso un soffiatore elettrico più silenzioso, ma una sera dell’ottobre 2019 è venuto lì da me di nuovo e mi ha detto che mi stava riprendendo ugualmente». Pare infatti che i dissidi siano iniziati per banali episodi di foglie e rifiuti finiti davanti al cancello dei vicini, che per primi hanno fatto denuncia accusando gli altri di stalking.
È stato dagli atti di questa denuncia che la prof e il marito sono venuti a conoscenza di file video e audio che documentavano loro frasi e comportamenti, ripresi da telecamere hi-tech capaci di captare voci fino a 12 metri. «Non ci sentivamo tranquilli neanche a parlare in camera da letto – ha detto la signora – dovevamo chiudere le finestre».

L'ESTATE 2020
È stato nell’estate 2020 che la prof si è resa conto della presenza di non una, ma quattro telecamere puntate sulla loro proprietà lungo il perimetro di confine del giardino e a ridosso della casa (siamo in campagna). Uno degli studenti della prof che era venuto a trovarla (è molto amata nella scuola dove tuttora insegna) ha notato che c’erano telecamere particolari “puntate su di loro”, e ha capito che registravano anche le voci. «Era impossibile che chiunque venisse a trovarci non fosse ripreso dalle telecamere, sia in presenza che in assenza dei vicini» ha sottolineato la prof. «Una volta il vicino mi ha mandato un messaggio dicendo, mentre era in vacanza in Sardegna, che ci stava osservando. Anche adesso vengo registrata mentre sono in cortile a pulire e fare qualcosa: nonostante la querela, le registrazioni continuano. E pensare che nel 2013-2014 avevo anche aiutato la figlia dei vicini, quando aveva problemi a scuola. Anche lei oggi mi offende con frasi volgari, come i suoi genitori». «Non siamo tranquilli a vivere nella nostra casa – ha ribadito suo marito – soprattutto quando non ci sono i vicini, perché non sappiamo che uso viene fatto di questa capacità controllo remoto che hanno».
Da parte sua, la difesa dei due imputati (avvocato Guido Sola) evidenzia che la prof e il marito stanno usando contro i vicini le stesse prove che loro hanno utilizzato per fare la denuncia di stalking. Verranno sentiti il 23 gennaio.