Caso Modena Fiere, l'attacco del presidente della Provincia: «Comodo portare a Bologna gli eventi che funzionano...»
Duro attacco di Fabio Braglia: «Serve un piano di rilancio che coinvolga tutti». Il sindaco Mezzetti tace, le opposizioni insorgono: «Silenzio imbarazzante, disastro»
MODENA. La Provincia batte i pugni, le opposizioni insorgono, il Comune non batte ciglio. Il trasferimento della sede di Modena Fiere da viale Virgilio agli uffici di Bologna Fiere ha generato reazioni politiche molto diverse tra loro. Fabio Braglia, presidente della Provincia, ha ricordato gli incontri con i vertici di Bologna, giudicando «incomprensibile che si voglia smobilitare una struttura così importante, prima di coinvolgere il territorio per mettere in campo un piano di rilancio».
Ieri era stato Marco Momoli, direttore generale di Modena Fiere, a motivare la scelta di trasferire la sede modenese a Bologna, rendendo i lavoratori pendolari. «Risparmiamo sul conto degli uffici perché a Modena eravamo in affitto – così Momoli – mentre a Bologna siamo negli uffici di Bologna Fiere in comodato d’uso».
«Troppo comodo dire che si è deciso di sopprimere Skipass e altre fiere perché in rimessa economica e “trasferire” a Bologna quelle che funzionano come Play – ha aggiunto Braglia – Non è pensando di “mantenere” eventi surrogati limitati a Modena che possiamo sostituire le proposte fieristiche di queste due manifestazioni, perché sappiamo bene che riguardano tutto il territorio provinciale».
Momoli ha ribadito come i lavoratori modenesi torneranno al quartiere generale ogni volta che ci sarà un’iniziativa. «Modena Fiere non può limitarsi ad essere un incubatore di eventi – ha replicato Braglia – ma può esprimere un potenziale di grande rilievo e questo avviene solo attraverso una concertazione e un piano di rilancio che coinvolga tutti».
Mentre Braglia attacca, Massimo Mezzetti tace: contattato in merito, lo staff del sindaco ha scelto la strada del no comment.
«La cosa che colpisce maggiormente è il silenzio imbarazzato ed assordante di chi non solo governa la città – attacca Ferdinando Pulitanò, capogruppo provinciale di Fratelli d’Italia – ma soprattutto dei responsabili di questo fallimento generale». Pulitanò ha ribadito come FdI avesse lanciato un segnale di allarme nel 2023, confutando la tesi di Momoli sulle ragioni alla base del cambio di sede. «Il trasferimento di Modena Fiere non è soltanto una questione economica, come qualcuno vorrebbe far credere, ma è il risultato di una svendita ad appannaggio di Bologna dovuto ad anni di politiche disastrose che hanno svuotato la nostra città di opportunità e prospettive».
L’attacco di Pulitanò verso il Comune è netto. Per il capogruppo lo spostamento della sede è «un duro colpo per la città, segno evidente di una gestione fallimentare da parte della giunta che ha amministrato Modena per dieci anni».
Piergiulio Giacobazzi, consigliere provinciale e capogruppo in Comune di Forza Italia, ha definito il trasferimento un «disastro totale».
«Anziché beneficiare della sinergia con Bologna, Modena ne è stata lentamente fagocitata, nell'incapacità e nell'inerzia dell’amministrazione comunale – ha detto Giacobazzi – passando dal recitare un ruolo subalterno a sparire di fatto dalla scena regionale dove, al contrario, altre realtà provinciali sono cresciute. Inoltre, non di poco conto, è lo spreco di denaro legato all'area e agli edifici della Fiera che, di proprietà del Comune, rappresentano un danno economico anziché una opportunità». Il forzista ha rimproverato la giunta Mezzetti. «È chiaro che c'è un mondo da ricostruire, per ridare a Modena un minimo di dignità – ha concluso – Un mondo che considerando le ultime dichiarazioni, limitate ad una presa d’atto rispetto al trasferimento a Bologna anche di Play, questa amministrazione non sembra in grado di affrontare».
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