Affitti, boom di canone concordato a Modena: ecco quanto si risparmia
La formula prevede vantaggi sia per gli inquilini che per i proprietari: la media è di 519 euro al mese contro gli 823 del mercato libero
MODENA. A Modena la metà dei contratti degli affitti registrati nel 2023 è a canone concordato. Che in poche parole significa risparmiare 300 euro sul costo dell’affitto. Degli oltre 3mila contratti firmati lo scorso anno, infatti, il 56,5 percento rientra in questa categoria, che prevede grandi vantaggi per gli inquilini: la media del canone mensile concordato è di 519 euro contro gli 823 del mercato libero, valore, quest’ultimo, che fa di Modena la settima città italiana per costo dell’affitto (Fonte Sole 24 Ore). Ma i vantaggi non mancano anche per i proprietari: si paga il 10 percento di tasse (la cosiddetta cedolare secca) invece del 21 percento dei contratti normali. Oltre ad aliquote Imu agevolate. I dati sono stati presentati ieri dalle associazioni di settore, con soddisfazione da ambedue le parti in gioco, che nel 2024 puntano a raggiungere i due terzi di canone concordato sul totale.
Se, infatti, l’emergenza abitativa non può certo dirsi risolta, allo stesso tempo questi numeri sono incoraggianti e riaccendono un po’ di speranza per chi cerca casa a Modena e provincia. Il tutto è frutto dei nuovi accordi territoriali sulla casa, stipulati nell’estate 2023, che hanno esteso il concordato anche alla locazione delle stanze: in questo caso il costo medio per una doppia o una singola a canone concordato scende a 300 euro.
Le reazioni
«L’obiettivo è stato raggiunto: con i nuovi accordi siamo riusciti a invertire la rotta - commenta Tamara Calzolari della Cgil Modena - ora la maggior parte dei contratti che vengono stipulati nella nostra provincia è a canone concordato, una misura per andare più vicino ai cittadini. Ma la battaglia non è ancora vinta del tutto». Soddisfatto anche Francesco Lamandini, presidente provinciale di Asppi Modena: «In città quest’anno andremo vicini ai due terzi di canone concordato, gli accordi stanno dando i loro frutti. Parliamo di affitti che costano 300 euro in meno rispetto al mercato libero. Il problema casa e la carenza di alloggi rimane, si continua ad affittare e la disponibilità c’è ma va aumentata. Affitti brevi per i turisti? Non ci preoccupano, riguardano solo una piccola parte degli immobili totali. In Provincia i canoni concordati arrivano anche al 90 percento».
Eugenia Cella di Sicet Cisl aggiunge: «Sono risultati che inorgogliscono e non sono scontati. A Modena il 45 percento del reddito delle famiglie viene speso in affitto. È una percentuale enorme, anche con due stipendi diventa difficile sostenere certi costi. Questo strumento è pensato anche per loro. Noi vogliamo una città inclusiva, accogliente per studenti e lavoratori. In ogni caso per combattere questo mercato impazzito c’è bisogno di un piano casa degno di essere chiamato tale, le riqualificazioni sono un’altra cosa. Servono case popolari. Il fondo affitti mette a disposizione 10 milioni di euro quest’anno, contro i 40 del 2022, non riusciremo a dire di sì a tutti, non abbiamo soldi».
Marcello Beccati di Sunia Cgil conclude: «Grazie a questi accordi sulla casa sono stati stipulati oltre un migliaio di contratti per le stanze. Prima gli studenti finivano in una zona grigia, legalmente non c’erano e dormivano nei sottoscala. Fino a qualche anno fa il 70 percento dei contratti erano a mercato libero e solo il 30 a canone concordato. I numeri sono cambiati, stiamo calmierando il mercato».
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