Omicidio Alice Neri: le ricerche di Gaaloul su internet prima del ritrovamento del corpo e gli spostamenti in auto
Il pomeriggio del 18 novembre, quando ancora la macchina carbonizzata della donna non era stata trovata, il tunisino ha digitato online queste parole: “Concordia polizia”
MODENA. Il pomeriggio del 18 novembre, quando ancora la macchina carbonizzata di Alice Neri non era stata trovata, Mohamed Gaaloul, l’unico sospettato per questo brutale femminicidio, ha fatto online alcune ricerche. “Concordia polizia in Conconcordia”: ecco cosa ha digitato sul proprio telefonino. Non ottenendo nessun risultato particolare. Il sito delle Pagine Gialle, del Comune di Concordia e della polizia municipale sono stati i primi risultati. Il quarto era un articolo della Gazzetta di Modena che risaliva a qualche giorno prima, relativo a un cinghiale che aveva aggredito un uomo: una pagina che il 30enne ha consultato più volte.
La macchina della donna sarà ritrovata a Fossa la sera del 18, mentre la notizia uscirà la prima volta sulla Gazzetta del 19. Un aspetto, questo, emerso ieri in tribunale. È stato un luogotenente dei carabinieri a rendere noti i risultati dell’analisi del cellulare di Gaaloul (oltre a ricostruire i suoi spostamenti in Italia e all’estero). Un aspetto che, per la parte civile rappresentata dagli avvocati Cosimo Zaccaria e Marco Pellegrini (che assistono madre e fratello della vittima) sarebbe molto indicativo del coinvolgimento di Mohamed. Il tunisino anche nei giorni successivi si è mostrato interessato ai fatti, facendo poi ricerche più specifiche.
L’udienza si è aperta con un brigadiere che ha relazionato su alcune auto immortalate dalle telecamere in luoghi e orari compatibili con il delitto. Era stato l’avvocato di Gaaloul, Roberto Ghini, a chiedere approfondimenti. Lo aveva fatto quasi due anni fa: ieri il brigadiere ha fatto emergere come, secondo la ricostruzione dei carabinieri, quelle vetture siano estranee ai fatti. Ghini ha chiesto e ottenuto di potere procedere al controesame alla prossima udienza «visti gli elementi di novità emersi». «Siamo soddisfatti – così gli avvocati di parte civile Zaccaria e Pellegrini – perché abbiamo aggiunto tasselli importanti che denotano a nostro parere la responsabilità dell’imputato».
Di diversa opinione è Ghini: «Un’udienza molto interessante nel corso della quale è emersa la fragilità e la scarsità di elementi raccolti dal pm e dall’autorità inquirente. Sono certo che dall’esito del controesame di chi ha svolto le indagini e di chi anche in epoca recente ha continuato a svolgere investigazioni per cercare di coprire buchi dell’indagine, emergerà la presenza di piste non valutate finora».