Gazzetta di Modena

Modena

L'omicidio

Alice Neri, uccisa due anni fa e ancora senza funerale

di Stefania Piscitello
Alice Neri, uccisa due anni fa e ancora senza funerale

Non è stato ancora dato il nulla osta alla liberazione della salma della 32enne. E il processo per l’omicidio riparte

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MODENA. Sono trascorsi quasi due anni da quando il corpo carbonizzato di Alice Neri è stato trovato nel baule della sua auto a Fossa di Concordia. Due anni in cui la sua famiglia non ha ancora potuto darle l’ultimo vero addio con un funerale. E questo, nonostante in tribunale sia già in corso il processo a carico di quello che, secondo l’accusa, è l’unico sospettato per questo brutale femminicidio: il 30enne tunisino Mohamed Gaaloul, assistito dall’avvocato Roberto Ghini. Gaaloul anche ieri, come sempre, era presente in tribunale dove, dopo la pausa estiva, è ricominciato il processo davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Ester Russo. Una giornata, quella di ieri, dedicata agli esami di due carabinieri che sono stati ascoltati sugli spostamenti di Gaaloul all’estero dopo il delitto, ma anche su alcune vetture che sono state immortalate dalle telecamere di videosorveglianza nei pressi del luogo del delitto in orari compatibili con lo stesso.

E anche ieri, sulle poltrone verdi dell’aula numero “3” del tribunale, erano presenti rappresentati delle associazioni a tutela delle donne che si sono costituite parte civile nel processo, ma anche diversi cittadini che hanno deciso di assistere all’udienza per un caso che ha molto colpito l’opinione pubblica.

Il delitto
Era il 18 novembre 2022 quando il corpo senza vita della donna, madre di una bimba che all’epoca aveva appena quattro anni, è stato ritrovato nelle campagne di Fossa. Lì, in via Griffona, in una notte fredda di autunno, buia come le notti nella Bassa modenese sanno essere, Alice è stata uccisa – si ipotizza con colpi di arma biancha – e poi data alle fiamme. Da sola, in quello spiazzo lasciato al degrado, la 32enne ha anche probabilmente provato a difendersi dal suo aggressore. Nonostante il terrore, ha tentato di aggrapparsi alla vita: sulle mani, o meglio, sui resti che sono stati analizzati, sono infatti state trovate lesioni che fanno ipotizzare che Neri abbia provato a parare quei colpi poi mortali.

Le indagini
E proprio per quei resti, dopo le indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri di Modena coordinati dalla procura (pm Claudia Natalini e Giuseppe Amara) e l’avvio del processo, non è ancora stato dato il nulla osta alla liberazione. Un tema, questo, che era emerso anche a febbraio quando nel corso di un’udienza l’avvocato Cosimo Zaccaria (che assiste la madre di Alice, mentre il collega Marco Pellegrini assiste il fratello) si era fatto portavoce per la famiglia ricordando che il corpo è conservato all’istituto di Medicina legale di Milano.

Una richiesta che i pm, pur dicendosi ovviamente dispiaciuti per la famiglia della vittima, avevano “respinto”, spiegando di preferire aspettare la fine per il timore che nel corso del procedimento possano emergere contestazioni su alcuni dettagli.

Lo stesso fratello della 32enne, Matteo Marzoli, aveva spiegato come la famiglia fosse disposta ad attendere avendo come priorità il raggiungimento della verità.