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Michel Ivo, il clandestino italiano che cercava il padre oggi vive e lavora nella “sua” Modena

di Paola Ducci
Michel Ivo, il clandestino italiano che cercava il padre oggi vive e lavora nella “sua” Modena

Il papà era un tecnico di Montefiorino, che il 34enne Ceresoli voleva riabbracciare in Italia dopo essere partito dalla Guinea: ha scoperto che è morto, ma è rimasto in città e Italpizza l’ha assunto

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MODENA. Dopo un’incredibile odissea durata quasi 20 anni, Michel Ivo Ceresoli, cittadino italiano a tutti gli effetti, ma giunto in Italia dalla Guinea da clandestino sui barconi, ora vive a Modena, la città di suo padre. Da questa settimana ha trovato anche un lavoro che lo soddisfa: è stato assunto da Italpizza, azienda alimentare modenese specializzata nella produzione e commercializzazione di pizze surgelate, che dopo aver letto la sua incredibile storia lo ha contattato, facendogli una proposta di lavoro che è andata a buon fine. Così, Michel Ivo si è trasferito dalla Calabria a Modena, iniziando a lavorare nei giorni scorsi.

«Al settimo cielo»

«Sono al settimo cielo: finalmente vivo in quella che sento la mia città - commenta con fierezza Michael all’ombra della Ghirlandina - e sono contento di avere un lavoro attraverso il quale potrò finalmente mantenermi da solo. Qui in Italia, e soprattutto a Modena, mi sento a casa e al sicuro e posso finalmente vivere una vita dignitosa».

Ma facciamo un passo indietro. Chi è Michel Ivo Ceresoli? La sua storia l’avevamo raccontata il 12 aprile scorso, dopo che il quotidiano locale calabrese “Il Crotonese” l’aveva portata alla luce per la sua assurdità. Il giovane è nato nella Repubblica di Guinea Conakry 34 anni fa da una donna guineana e il modenese Ivo Ceresoli - originario di Ceresola, borgo della frazione Farneta di Montefiorino - che tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 lavorava nello Stato africano come tecnico per la multinazionale delle grandi costruzioni Astaldi. Nel 1996, quando Michel - che ha anche un fratello, oggi 30enne, rimasto in Guinea con la madre - aveva solo sei anni, il padre lasciò la Guinea, e da quel momento non ha mai più avuto contatti con la famiglia. L’uomo aveva però riconosciuto entrambi i figli, che di conseguenza sono italiani. Grazie al lavoro della madre, Michel è riuscito a studiare, laureandosi in Diritto internazionale all’Università Nongo Conakry. Poi, dal 2006, lui e la famiglia avevano provato a venire in Italia, ma per mancanza di mezzi e per l’assenza dell’ambasciata italiana in Guinea, non ci erano mai riusciti.

«Meglio morire che restare»

Michel non si è però mai arreso tanto che, dopo mille dinieghi di documenti, aveva deciso di partire lo stesso per raggiungere il nostro Paese. «In Guinea era meglio morire che restare un giorno in più - afferma senza esitazione - così ho deciso di usare i soldi risparmiati per prendere il mare. Ero un italiano che cercava di tornare a casa per via clandestina».

Il viaggio di Michel dalla Guinea all’Italia ricalca quello infernale e tragico di quello della maggior parte dei migranti clandestini che giungono sulle coste di Lampedusa con i barchini in partenza dalla Tunisia. «Ma anche se quei ricordi drammatici rimarranno indelebili nella mia memoria e nel mio cuore - commenta il giovane - ora sono qui. Non è stato facile in Calabria ottenere i miei documenti italiani perché nessuno mi credeva, poi è stata recuperata una fotocopia del passaporto che mi avevano rubato durante la traversata dell’Africa e dopo quasi un anno che ero sbarcato in Italia ce l’ho fatta, e da febbraio sono a tutti gli effetti un regolare cittadino italiano con carta d’identità».

Il rapporto con la famiglia

Michel, che abbiamo incontrato proprio in piazza Grande pochi giorni fa, ha ora uno sguardo fiero e soddisfatto e racconta di avere molti sogni da realizzare: «A breve inizierò un corso di lingua italiana - dice - capisco l’italiano ma ancora fatico a parlarlo, e spero di poter ricongiungermi presto con mia mamma e mio fratello proprio qui a Modena. Ma c’è una cosa che mi preme più di ogni altra - aggiunge - quella di conoscere mio fratello italiano che vive qui in città, ha 64 anni e si chiama Ivan. Di recente ne ho infatti scoperto l'esistenza. Questa rivelazione ha risvegliato in me il profondo desiderio di incontrarlo, di parlare con lui e costruire un legame affettivo - sussurra il ragazzo con commozione - purtroppo mio padre è deceduto nel 2021, sempre stando a quanto mi hanno riferito, e la possibilità di conoscere dettagli su di lui ora dipende dalla relazione che potrei instaurare con mio fratello. È per me un’opportunità preziosa poter scoprire le mie radici familiari e creare nuovi legami - conclude Michel - spero sinceramente di averne presto la possibilità. Conoscendo mio fratello potrei iniziare un nuovo viaggio alla scoperta delle nostre origini comuni». 

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