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Il caso

Parco del fiume Secchia, continuano le indagini: tagliati 6 ettari in più

di Jacopo della Porta
Parco del fiume Secchia, continuano le indagini: tagliati 6 ettari in più

Emergono ulteriori dettagli sugli alberi abbattuti per errore nel corso dei lavori di adeguamento e messa in sicurezza della cassa di laminazione

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MODENA. Sono sei gli ettari di bosco tagliati per errore nel Parco fluviale del Secchia nel corso dei lavori di adeguamento e messa in sicurezza della cassa di laminazione del fiume. È questa la difformità che Aipo ha rilevato tra il progetto commissionato e l’esecuzione da parte dell’associazione temporanea di imprese, composta da due cooperative e una srl, che si è aggiudicata l’appalto.

Il progetto e i lavori
Le imprese incaricate da Aipo dovevano disboscare 30 ettari di bosco. Tuttavia, durante le operazioni svolte nel mese di agosto, hanno operato in un’area dove non era previsto alcun taglio. A quel punto, il 29 agosto, l’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Centrale ha chiesto ad Aipo di interrompere i lavori a tempo indeterminato nella riserva naturale “Cassa di espansione del Fiume Secchia”. A quella data, restavano ancora cinque ettari da disboscare in conformità con il progetto approvato. A questo punto, considerando i sei ettari di bosco tagliati in eccesso, è logico pensare che quei cinque ettari potrebbero essere risparmiati come parziale compensazione dell’errore commesso (il gestore della riserva in prima battuta ha chiesto il ripristino dei luoghi). L’azienda responsabile del disboscamento irregolare ha riconosciuto l’errore e si è impegnata a piantare nuovi alberi.
Il gruppo di cittadini che si oppone a questo intervento, eseguito da Aipo (e sostenuto dalle amministrazioni della Regione Emilia Romagna, dai Comuni di Modena, Campogalliano, Rubiera e dall'Ente Parco Fluviale del Secchia) ritiene però che il problema principale non risieda tanto nella difformità, quanto nel progetto stesso. «Non ha senso mettere in sicurezza un territorio tagliando la foresta che garantiva la sicurezza di quello stesso territorio», ha dichiarato Aldo Meschiari, fondatore del gruppo “Difendiamo il Parco Fluviale del Secchia”, in prima linea sulla questione del taglio degli alberi.

Tensione e atti vandalici
Sulla pagina Facebook del gruppo, alcuni cittadini segnalano anche atteggiamenti ostili da parte dei lavoratori impegnati nelle casse di espansione del Secchia.
Anche le aziende facenti parte dell’associazione temporanea di imprese lamentano di essere state prese di mira. Infatti, hanno sporto denuncia ai carabinieri di Modena per episodi di vandalismo verificatisi ad agosto, tra cui danni agli escavatori (vetri rotti e gomme tagliate). Inoltre, hanno denunciato il lancio di oggetti contro gli operai. Si tratta di episodi per i quali non sono ancora stati individuati i responsabili.

Le indagini
Il caso del disboscamento nel Parco fluviale del Secchia è stato segnalato alla magistratura e ai carabinieri forestali, che stanno conducendo accertamenti. L’unico dato certo, per il momento, è che le imprese appaltatrici hanno ammesso l’errore. Ora bisogna capire come rimedieranno: la prima ipotesi è appunto quella di una “compensazione” con i cinque ettari che non sono stati tagliati.