Modena abbraccia Julio Velasco al Festival Filosofia: «Qui mi sento a casa»
Dopo il trionfo del volley femminile alle Olimpiadi. Il sindaco Mezzetti: «Lo consideriamo uno di noi»
MODENA. L’abbraccio di Modena a Julio Velasco, il saluto di una città che per il tecnico argentino è diventata più che una seconda casa. Trentatré giorni dopo lo storico trionfo di Parigi è arrivato l’ennesimo ritorno sotto la Ghirlandina di un personaggio che con questo oro olimpico è entrato ancora più nel mito non solo sportivo. Colui che trent’anni fa non era riuscito, per certi versi anche un po’ a sorpresa, a salire sul gradino più alto del podio guidando la squadra maschile è stato anche colui che ha interrotto una sorta di maledizione che aveva lasciato l’Italia a secco fino ad ora e lo ha fatto guidando questa volta la Nazionale femminile a un trionfo inatteso quantomeno nelle proporzioni, con un dominio totale dalla prima all’ultima partita.
L'omaggio
Per tutto questo il Comune di Modena ha voluto omaggiarlo nel tardo pomeriggio di ieri, con il sindaco Massimo Mezzetti e l’assessore allo Sport Andrea Bortolomasi che hanno ricevuto Velasco nella Sala di Rappresentanza del Municipio omaggiandolo di una preziosa confezione di aceto balsamico dell’Acetaia Comunale e di un “Grosso” in argento ovvero la prima moneta modenese coniata nel giugno 1226. Il tecnico, che di Modena è anche cittadino onorario dal 1990, ha ringraziato per l’accoglienza e ha rimarcato ancora una volta il suo rapporto speciale con la città: «Dico sempre che sono un modenese in giro per il mondo perché qua ho vissuto la parte più importante della mia vita in Italia, basti pensare che tuttora vengo a comprare i tortellini che anche ai miei figli piacciono tanto. Mi sento a casa, a mio agio e torno sempre volentieri. Ho detto di no a tanti in questo periodo, ma a Modena ho detto di sì».
In mattinata era stato premiato assieme agli altri protagonisti modenesi dei trionfi olimpici di Italia e Francia anche Massimo Barbolini con cui Velasco ha un legame speciale: «Lui è un grande allenatore ed anche un amico, abbiamo passato quel periodo assieme qui a Modena tanti anni fa, ma non l’ho rivoluto con me per quello, bensì perché volevo con me gli allenatori delle squadre più forti d’Italia. Con lui mi sono trovato benissimo quando era un ragazzino e non poteva essere diversamente ora che è un uomo».
L'oro olimpico
Ad aprire il breve momento celebrativo all’interno del Municipio è stato un video che ha ripercorso i trionfi del tecnico modenese d’adozione partendo da quello più fresco a Parigi e tornando fino agli anni ottanta, con quella Panini di cui storico dirigente era Leo Novi a cui Velasco ha dedicato l’oro olimpico e che in sala era idealmente rappresentato dalla famiglia ed in particolare dal figlio Luca.
«Abbiamo voluto questo momento per dare un ideale abbraccio collettivo a Julio – ha raccontato il sindaco Mezzetti prendendo la parola –. Non è nato qui, ma da sempre lo abbiamo considerato uno di noi come si suol dire. Lui non è un semplice, tra virgolette, allenatore, ma è una persona che ha preso per mano la Nazionale e l’ha portata all’oro olimpico ed anche se in tutte le interviste, prima e dopo, ha ripetuto che non dobbiamo fare di questo successo un feticcio credo che salire sul gradino più alto alle Olimpiadi abbia sempre un sapore particolare, diverso da qualsiasi altra soddisfazione, coppa o medaglia vinta».
Julio, il modenese
Tanti applausi dei presenti in questo breve momento istituzionale, ma tanti di più poco dopo in Piazza Grande perché Velasco è stato protagonista della prima giornata del Festival della Filosofia salendo sul palco ed esponendo il suo intervento relativo alla parola chiave di questa edizione che è “Psiche”.
Alla seconda apparizione sul palco della manifestazione dopo quella del 2016, nei quaranta minuti che lo hanno visto protagonista, il tecnico della Nazionale femminile di volley ha ovviamente raccontato pensieri, esperienze ed aneddoti relativi anche all’ultima esperienza olimpica per quanto riguarda i risvolti mentali e psicologi nel mondo dello sport. Il suo intervento, però, è stato ancora più ampio e ha abbracciato anche tanti aspetti della vita quotidiana di uomini, donne e bambine in un racconto che come sempre ha saputo appassionare i presenti e strappare quegli applausi che tutti sperano di tributargli nuovamente anche in futuro, magari dopo qualche altro storico successo.