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Il caso

Finte cure per il bimbo malato di tumore: sciamano no vax arrestato

di Daniele Oppo
Finte cure per il bimbo malato di tumore: sciamano no vax arrestato

In manette tre persone tra cui il 46enne Juri Tassinari, finalese di Casumaro, che ai tempi del Covid scrisse post minacciosi contro il virologo Burioni. I fatti sono avvenuti tra Brescia e Rimini: genitori del piccolo convinti a usare un metodo alternativo, ma il male è peggiorato

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FINALE. I fatti sono avvenuti tra Brescia e Rimini, ma tra le tre persone arrestate per aver convinto i genitori di un bambino affetto da un tumore ad abbandonare le terapie mediche e affidarsi a una cura alternativa – e inefficace – c’è anche Yuri Tassinari, 46enne di Casumaro.

Le tre persone arrestate

L’uomo è stato collocato ai domiciliari dopo essere stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Brescia ed è considerato, insieme a Flavia Piccioni, 49enne di Terni, un complice di Sara Duè, 40enne di Bologna, la cui posizione sembra essere la più grave di tutte, essendo indagata anche per aver materialmente posto in essere una tentata estorsione per convincere con la minaccia i genitori del bambino a ritrattare le accuse fatte, non solo davanti all’autorità giudiziaria, ma anche in televisione: del caso si occupò infatti anche la trasmissione Striscia la Notizia. La donna aveva preteso la consegna di 10mila euro. Il trio, tra di loro nessun medico, aveva convinto i genitori di un bimbo di due anni affetto da una forma tumorale ad abbandonare le cure “tradizionali” per accedere invece a una terapia effettuata a distanza da una quarta persona non meglio identificata e collegata dall’estero, tramite un macchinario denominato “Scio”, ubicato negli Stati Uniti d’America e che avrebbe funzionato tramite i meccanismi della fisica quantistica (che ormai non manca mai nelle pseudoscienze) e di campi magnetici curativi.

I reati contestati

Tra i reati contestati vi sono quelli di sostituzione di persona, esercizio abusivo di una professione, truffa e lesioni personali. Secondo quanto riferito dai genitori del bimbo, che da un anno ha ripreso le cure normali, il trio aveva assicurato che, dopo il terzo trattamento alternativo il tumore del bambino fosse in fase di disgregazione. Nella realtà la situazione non solo non era migliorata, ma era peggiorata. Tra gli elementi di prova alla base della decisione di arrestare il terzetto anche le numerose chat e i relativi messaggi tramite i quali Duè e i suoi “collaboratori” Piccioni e Tassinari (come li descrive il gip nel testo dell’ordinanza) hanno effettuato un’opera costante di convincimento nei confronti della famiglia, puntando sull’insofferenza che i coniugi avevano iniziato a manifestare nei confronti del personale medico sanitario a fronte dell’esito negativo delle cure fino a quel momento poste in essere e della sofferenza arrecata dalla malattia al figlio.
Nella stessa trappola delle cure alternative era caduto anche il ravennate Massimo Mariani, anche lui colpito da tumore, e morto dopo molte sofferenze nel giugno del 2023.

I post contro Burioni ai tempi del Covid 

Tassinari e Sara Duè sono definiti “sciamani”. I loro nomi sono noti dagli anni del Covid, con le loro posizioni intransigenti e, per quanto riguarda il finalese, anche i post al limite della denuncia nei confronti del virologo Roberto Burioni. «Yuri Tassinari mi vuole togliere di mezzo. Non chiedetemi perché non lo denuncio (la risposta è semplice, non ho tempo e non gli fanno nulla) ma chiedetemi perché non chiudo i social», scriveva Burioni. Tassinari di recente ha tirato in ballo l’applicazione della legge «di Norimberga del 1946. In questo modo potremmo avere veramente giustizia nei confronti di quei medici, dottori, infermieri, professori e scienziati che hanno trasgredito clamorosamente al giuramento di Ippocrate... che hanno diffuso terrore, paura, odio e divisione... che hanno ubbidito a protocolli e ordini folli e criminali...»


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