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La commemorazione

Caso Pavarotti, Mezzetti non ci sta: «Riderebbe di queste polemiche»

di Paola Ducci
Caso Pavarotti, Mezzetti non ci sta: «Riderebbe di queste polemiche»

Il sindaco ha partecipato alla messa commemorativa a 17 anni dalla scomparsa del Maestro: «Luciano un innovatore, ci ha insegnato che bisogna andare oltre le liturgie»

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MODENA. «Faremo un evento per i 90 anni del Maestro Pavarotti il 12 ottobre 2025, sono certo con grandi talenti, ma il tutto sarà all’interno di un grande e importante contesto che è il Belcanto Festival che proprio in quel periodo andrà in scena in sua seconda edizione».

Così ha annunciato il sindaco Massimo Mezzetti alla stampa dopo aver partecipato in veste ufficiale alla messa in suffragio del 17esimo anniversario della morte di Pavarotti insieme ad una cinquantina di persone ieri alle 8.30 presso la Chiesa di San Faustino a Modena. Presenti alcuni famigliari del Tenorissimo tra cui le figlie Cristina e Giuliana.

Tra i partecipanti anche l’ex sindaco Gian Carlo Muzzarelli e l’ex direttrice di Modenamoremio Maria Carafoli. La cerimonia, dai toni semplici e raccolti, è stata celebrata dal parroco di San Faustino don Guido Bennati che durante l’omelia ha ricordato come Pavarotti nella sua infanzia e adolescenza fosse un frequentatore della parrocchia e ha voluto sottolineare come il Tenorissimo nella musica ha sempre voluto celebrare la vita.

«Aveva questa innata capacità di unire le persone attraverso l’opera lirica promuovendo sempre il grande valore della pace».

Sentito il ricordo del sindaco Mezzetti: «Ho avuto la fortuna di conoscere il Maestro a metà degli anni Novanta quando ero assessore alla Cultura in comune a Modena – ha ricordato Mezzetti – era il periodo dei Pavarotti & Friends. Di lui continuerò ad avere il ricordo di una persona di straordinaria grandezza che nonostante sia diventato un’icona mondiale è rimasto sempre un uomo semplice, legato alle sue radici modenesi e alle nostre tradizioni». Il sindaco ha poi voluto sottolineare le capacità innovative che hanno contraddistinto Big Luciano: «Credo dovremmo trarre molto insegnamento dalla capacità che Pavarotti ha avuto di rompere certe liturgie e certe staticità. I “Pavarotti & Friends” per esempio, ne sono stati l’esempio più eclatante e oggi tutti li ricordano con incanto, ma io le ricordo bene le polemiche di chi diceva che in qualche modo si rompeva la tradizione del canto lirico attraverso la contaminazioni di linguaggi e generi musicali».

Rispondendo poi alle domande sulle polemiche che in questi giorni sono sorte in città e sono giunte anche da parte di personaggi illustri del mondo dello spettacolo e politico sul fatto che l’amministrazione comunale abbia deciso di non organizzare nulla per la ricorrenza della morte (rompendo la tradizione che si perpetrava da 17 anni) ha affermato: «Lui oggi sorriderebbe alle polemiche di questi giorni, perché ebbe la capacità di rompere certe liturgie che ingessano anche le tradizioni migliori. Attraverso la sua esperienza Pavarotti ci ha dimostrato che bisogna andare oltre e avere il coraggio di misurarci con le novità che intervengono».

Mezzetti ha infine sottolineato che per lui quella di Pavarotti è un’importante eredità che ha intenzione di raccogliere pensando al governo della città: «A Modena stiamo investendo molto in una delle stagioni liriche migliori d’Italia e su una scuola di Belcanto con eco internazionale. Affermare, come è stato fatto in questi giorni, che Modena abbia dimenticato di celebrarlo è profondamente sbagliato – ha concluso il sindaco – perché invece la scelta fatta per ricordarlo è stata quella di continuare ad investire risorse nella direzione che a lui era cara ovvero quella didattica e della divulgazione del canto lirico».

Mezzetti insieme alla vice sindaca di Castelnuovo, Daniela Sirotti Mattioli, hanno poi deposto sulla tomba di Luciano due ceste di girasoli, il fiore preferito dal tenore. Presenti anche al camposanto anche le due figlie, parenti ed amici e il parroco di Montale Andrea Gianelli.