Pavullo, negozi allagati dopo la pioggia: «Così non possiamo andare avanti»
Ancora fango e danni per la rosticceria Giardini di via Marchiani
Pavullo «È passato poco più di un mese dall’ultimo disastro, ma ogni volta che piove abbiamo paura». È il grido di allarme e di esasperazione di Paola Renusi, titolare della rosticceria Giardini di Pavullo, che come tanti negozianti mercoledì, dopo la pioggia del pomeriggio, si è trovata i locali allagati. Un avvenimento che si verifica sempre più spesso: «I temporali sono sempre venuti, ma adesso ogni volta ci troviamo in questa situazione. Abbiamo appena finito di sistemare e già temiamo quel che accadrà domenica, visto che le previsioni mettono pioggia». Una vita in stato di agitazione, con la preoccupazione di perdere ogni volta ciò che si è costruito in anni di lavoro e sacrifici. A luglio i danni per la rosticceria ammontavano a quindicimila euro. «Questa volta siamo stati fortunati perché io ero presente e ho tolto la luce, ma se io non sono dentro, magari di notte, salta tutto l’impianto». L’acqua viene fuori soprattutto dalle fognature e invade i locali: «I miei vicini hanno paratie e protezioni di ogni genere, ma con l’acqua che esce dai bagni c’è poco da proteggersi».
L’emergenza è iniziata all’altezza del forno Camatti, con l’acqua che usciva dai tombini e risaliva gli scarichi e che da lì ha invaso i negozi vicini ed è scivolata a valle fino alla stazione delle corriere, dove i volontari dell’Avap sono riusciti a sgomberare i mezzi prima che l’acqua salisse. Il problema generale è che Pavullo si trova in una conca, nella cui parte più bassa si accumula tutta l’acqua piovana, che confluisce nel torrente Cogorno. Tra gli anni ’30 e ’70 il torrente è stato tombinato, ma da allora il paese ha continuato a crescere.
Venturelli: «Emergenza costante»
Sul caso interviene il sindaco di Pavullo Davide Venturelli: «La popolazione è triplicata, ma la tombinatura è rimasta la stessa, sottodimensionata rispetto al tipo di precipitazioni che ora si susseguono». Il problema si verifica con gli acquazzoni improvvisi, che generano un accumulo insostenibile per il Cogorno, che allora esonda: «Non è una questione di manutenzione, ma negli ultimi trent’anni anni il problema è stato sottovalutato e oggi affrontiamo una vera e propria emergenza costante». Non potendo certo sventrare metà della città, l’amministrazione sta studiando vari interventi per trattenere quanta più acqua possibile ed evitare la saturazione del Cogorno. «I lavori per una prima vasca di laminazione in località La Torba sono in corso, mentre a breve partiranno i lavori del Consorzio della Bonifica Burana di fianco all’ospedale e in località Budria».
Operazioni di questo tipo richiedono tempo, e intanto il paese resta vulnerabile, in uno stato di emergenza costante: «Noi continuiamo a fare del nostro meglio per creare le condizioni perché un domani si possa vivere in un paese sicuro. Nel frattempo ringrazio i vigili del fuoco e i carabinieri». Sulla cementificazione del campo volo, che sembrerebbe aver peggiorato lo stato delle cose, il sindaco risponde: «Sicuramente ha concorso ad acuire il problema, ma non è l’unico fattore responsabile: il paese si è sviluppato riempiendo tutta la conca e ogni lottizzazione progressivamente ha contribuito ad aggravare la situazione».
Iseppi (FdI): «E la manutenzione?»
La prescrizione che è stata messa in accordo con la provincia è che d’ora in poi ogni nuovo intervento edilizio deve essere in invarianza idraulica, cioè garantire la presenza di sistemi di laminazione che non vadano ad aumentare l’afflusso di acqua. Intanto l’opposizione si fa avanti sul tema: «Se gli eventi di giugno erano stati caratterizzati da precipitazioni straordinarie - attacca Daniele Iseppi, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale: gli allagamenti di mercoledì arrivano dopo una normale pioggia di due ore. Ci chiediamo quindi cosa si è fatto in questi quasi tre anni sulla manutenzione e sulla pulizia delle bocche di lupo sulla Marchiani e sulla aspirazione dei tombini nelle zone vicine».
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