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Da Modena per tifare San Marino: «Vent’anni per una vittoria»

di Mattia Amaduzzi
Da Modena per tifare San Marino: «Vent’anni per una vittoria»

Daniele Dei guida i supporter della nazionale del Titano, allenata dall’ex calciatore del Modena Roberto Cevoli: «Una cinquantina da tutta Europa, amiamo il calcio e la geografia»

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MODENA. Si può aspettare vent’anni per festeggiare? Sì, se tifi la nazionale di San Marino, tornata alla vittoria dopo due decenni di digiuno. Saranno stati felicissimi i suoi tifosi, la brigata “Mai una gioia”, guidata da Daniele Dei, addetto stampa dell’Aou (Azienda ospedaliero universitaria) di Modena. Originario di Empoli sposato con due figli, a Modena dal 2016.

«Siamo appassionati sia di calcio che di geografia – spiega Dei –. Da piccolo ero incuriosito dal fatto che ci fossero Paesi enormi come la Francia e altre micronazioni come Andorra o San Marino. Un aspetto che ci ha sempre affascinato è vedere questi giocatori perdere 7-0 con l’Inghilterra ma uscire dal campo contenti. Non sono professionisti, ma accettano di difendere i colori della propria nazione, scendendo in campo con orgoglio. E quella volta che segnano un gol è come se avessero vinto».

Dei, quando nasce la brigata?

«Nel 2012, grazie a Massimo Visemoli, di Salvaterra. Un gruppo di amici tifosi del Sassuolo andarono a vedere una partita a San Marino. Lì trovarono uno stadio silenzioso come un teatro. Allora Massimo decise di creare una brigata di tifosi che sostenesse la squadra nelle partite internazionali. E così è nato il gruppo, composto da amici che abitavano tra Modena e Reggio. Poi a poco a poco si è espanso in tutta la regione, per poi passare ad un contesto nazionale e anche internazionale».

Quanti membri conta?

«Adesso siamo in una cinquantina, con persone che vengono da tutto il mondo, dalla Francia, dalla Germania, ma anche dall’Austria e Irlanda. Alcuni hanno storie incredibili, perché si fanno migliaia di chilometri per venire a tifare San Marino. Durante le partite possiamo essere in cinque, o una trentina, ma a volte anche uno solo. Dipende come riusciamo ad organizzarci, perché San Marino non è comodo da raggiungere».

Come ne è entrato a far parte?

«Nel 2018, avendo fatto amicizia con Massimo. Lui è sempre stato il leader di “Mai una gioia”. Poi, a causa di problemi familiari, ha deciso che avrebbe lasciato il gruppo. Io e un altro ragazzo abbiamo deciso di continuare. È stato Massimo stesso a consegnarmi lo striscione, chiedendomi di restituirglielo solo nel giorno in cui la brigata dovesse scomparire. E quindi ho deciso di mantenere la promessa fatta a un amico. Da allora gestisco un po’ tutto, dai rapporti con la Federcalcio di San Marino, a quelli con le altre tifoserie, o con le fanbase presenti in tutto il mondo. Ce ne sono alcune incredibili in Argentina. Ho cercato di mettere in campo le mie competenze in marketing e giornalismo».

Due sere fa la grande gioia.

«Come tifosi abbiamo raggiunto l’apice, con la vittoria che mancava da 20 anni, per giunta di nuovo contro il Liechtenstein. È anche la prima volta che la brigata assiste a un successo della squadra. Peccato che c’ero solo io da Modena, perché sono diversi i sostenitori in città».

In campo c’era un pizzico di modenesità…

«L’allenatore è Roberto Cevoli, ex giocatore della mitica Longobarda, la formazione del Modena che dalla C arrivò alla Serie A. Prima o poi vorrei organizzare un evento che coinvolgesse lui e i tifosi canarini, per raccontare la nostra storia e cosa significhi sostenere San Marino. Ha preso da poco la cittadinanza sanmarinese, e suo figlio Michele è uno dei difensori titolari della squadra».

Il suo sogno?

«Portare da Modena un pullman di sostenitori a tifare San Marino».