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Sicurezza stradale

Autovelox fuorilegge, è il caos: ricorsi e sindaci denunciati

di Stefano Luppi
Autovelox fuorilegge, è il caos: ricorsi e sindaci denunciati

Situazione di stallo: serve una normativa dopo la sentenza della Cassazione. In Emilia Romagna Formigine tiene gli apparecchi spenti sulla tangenziale Modena-Sassuolo, Ferrara si affida a un “omologatore”

01 settembre 2024
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Il caos autovelox prosegue senza che si vedano soluzioni all’orizzonte. La sentenza della Corte di Cassazione del 18 aprile scorso che stabiliva la non equivalenza tra procedura di approvazione e di omologazione dei dispositivi elettronici di controllo velocità (11mila apparecchi collocati per i l76% nel nord Italia) ha provocato una valanga di ricorsi.

Gli automobilisti si rivolgono ai giudici e chiamano in causa sindaci e prefetti. Sarebbero già 35 i primi cittadini denunciati. Come si ricorderà ci sono stati sequestri di apparecchi in 10 regioni: Liguria, Lombardia, Emilia Romagna. Veneto, Piemonte, Basilicata, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia. A risolvere il tutto serve una legge, che il ministro Salvini annuncia di voler introdurre attraverso il nuovo Codice della Strada entro settembre. Nel frattempo alcuni Comuni, anche emiliano romagnoli, sono “messi in mezzo” tra sequestri dell’autorità giudiziaria, nuove normative del governo Meloni, indecisione sul da farsi e rischio di perdere i milioni di euro delle multe a chi superare i limiti di velocità.

Ma c’è chi, proprio in Emilia Romagna, al momento pare essere più avanti nella ricerca di soluzioni applicabili: il Comune di Ferrara – per i nuovi rilevatori di velocità annunciati in via dei Calzolai, tra le vie Acquedotto e Lavezzola, in via della Canapa, in via Caretti e sulla Adriatica tra i km 81 e 82 – ha individuato una società in grado di omologare gli strumenti, mettendosi così al riparo dai problemi che analizziamo qui. Si tratta della società “Project Automation” di Monza, con cui l’ente locale estense sta completando le procedure per rendere i velox operativi.

Intanto centinaia di consumatori emiliano romagnoli sono sul piede di guerra tanto che le associazioni che li tutelano si affrettano a fornire consigli, avvocati, esposti, in particolare Codacons sta attivando le Procure. Un tutti contro tutti che forse fa perdere di vista il fatto che gli accertatori di velocità, fatti salvi gli abusi ovviamente, servono a bloccare chi va troppo forte attentando alla vita degli altri.

Comuni e prefetture

Mentre le Prefetture stanno ancora lavorando per indicare provincia per provincia dove abbia senso collocare gli autovelox, secondo quanto previsto dalle norme introdotte a maggio dal Codice della strada, gli enti locali attendono. Secondo il Codice c’è l’obbligo di installare i dispositivi solo in determinate aree, con limitazioni: possono essere posizionati solo dove c’è un elevato livello di incidentalità e una documentata difficoltà a procedere alla contestazione immediata e non si potranno installare sulle strade con un limite inferiore di 20 km orari rispetto a quello massimo previsto in quella strada. Per chiarire meglio: gli autovelox sono vietati sia sotto i 50 all’ora in città, sia nelle zone 30, sia sulle strade extraurbane sotto i 90 all’ora.

Ma resta il nodo creato dalla Cassazione, il 18 aprile, ha ricordato che «non sono valide le multe per eccesso di velocità se l’apparecchio di rilevazione non è “omologato”, ma solo “approvato”» da cui il 29 luglio la Procura di Cosenza ha sequestrato in giro per l’Italia molti autovelox ipotizzando la non legittimità del sistema “T-Exspeed v 2. 0”. Sequestrati in Emilia Romagna quattro rilevatori di Reggio Emilia (posti sulle vie Teggi e Garcia Lorca, in entrambi i sensi di marcia) e uno del Comune di Formigine (sulla superstrada Modena-Sassuolo) . «Il tutor sequestrato – spiegano a Formigine – al momento rimane spento come da disposizioni. Continuiamo a fare controlli con autovelox fissi e mobili e scout speed (montato sulle auto di Municipale e Stradale, ndr) » mentre per Reggio interviene il sindaco Marco Massari spiegando che «da un mese i dispositivi non sono in funzione e l’amministrazione segue l’evolversi del procedimento giudiziario, per il quale valuteremo di costituirci parte civile. Allo stato attuale non è possibile fornire ai cittadini informazioni su eventuali rimborsi di contravvenzioni rilevate dai dispositivi in questione». Nessun sequestro al momento al Comune di Modena: gli autovelox fissi in tangenziale Carducci e in viale Italia dunque funzionano ancora. A difendere gli autovelox c’è il sindacato Asaps Emilia Romagna – Associazione sostenitori Amici della Stradale e l’associazione Famigliari vittime della strada. Per quest’ultima interviene la presidente nazionale Giuseppa Cassaniti: «Una corretta gestione del territorio dovrà dissipare il dubbio che il controllo tramite autovelox serva per “fare cassa”, invece che servire a garantire diritti umani e civile convivenza». Interviene Giordano Biserni, presidente di Asaps: «Dopo Cosenza e la Cassazione è tutto in alto mare perché nessun velox è omologato, manca la norma che si attende dal 1992. Va benissimo che ora le Prefetture gestiscano la situazione, ma manteniamo lo strumento, al netto degli abusi, altrimenti sarebbe come se nel calcio mancassero sia gli arbitri, la Stradale che ha numeri in calo, sia il VAR, la tecnologia di supporto. Ci sono centinaia di morti al mese sulle strade».

I consumatori

Federconsumatori Emilia Romagna spiega che «i cittadini possono fare ricorso, inoltre si rischia il danno erariale nel caso in cui ai cittadini sia riconosciuto l’annullamento della sanzione o la restituzione delle somme indebitamente versate, infatti, sarebbero i comuni (a cui le società private hanno dato in noleggio la strumentazione per la misurazione della velocità) a dover rimborsare gli utenti» mentre Codacons ha intrapreso azioni concrete. «Noi abbiamo presentato – spiega il vicepresidente Fabio Galli – un esposto alle Corti dei Conti di dieci regioni, compresa la nostra, per verificare possibili danni erariali alle casse pubbliche, visto che arriveranno tanti ricorsi dei multati. A settembre faremo un altro esposto per il comportamento dei Comuni che utilizzano strumenti non forniti delle prescrizioni previste dalla Cassazione, omologazione e approvazione. Le Procure accerteranno anche se al Ministero ci sono i campioni degli strumenti utilizzati». l