Medico modenese e il figlio arrestati per delle farfalle in Sri Lanka: cos'è successo
Odissea per il dottor Luigi Ferrari di Sassuolo e il figlio ventenne: da mesi sono ai domiciliari in attesa della sanzione per aver catturato insetti comuni. L'amico entomologo Lucio Saltini: «Assurda una detenzione così lunga»
SASSUOLO. L’arresto, la prigione e quasi quattro mesi di detenzione domiciliare. Per aver preso degli insetti, non protetti, per motivi di studio. È l’incredibile vicenda, kafkiana sotto certi aspetti, in cui è coinvolto il dottor Luigi Ferrari, 68 anni, noto chirurgo ortopedico di Sassuolo, ma che lavora soprattutto a Reggio Emilia in cliniche private. E sta subendo le stesse conseguenze anche il figlio ventenne, con lui in viaggio.
Il viaggio e l’arresto
Tutto risale all’8 maggio. Padre e figlio erano in Sri Lanka, si trovavano nel sud-est del Paese, vicino al parco nazionale di Yala. All’esterno del parco, mentre si spostavano in auto sono stati fermati per un controllo dagli agenti dell’Ufficio per la conservazione della fauna selvatica di Katagamuwa. Stando a quanto riportato da Ceylon Today, sono stato trovati in possesso di centinaia di insetti, soprattutto farfalle, conservati in bustine di plastica, e alcuni altri in una decina di contenitori di vetro.
Gli agenti sono stati implacabili: hanno tratto in arresto i due per aver catturato insetti. In Sri Lanka infatti la legge vieta la cattura di qualsiasi insetto o animale, a prescindere dal fatto che siano di specie protetta o meno. Il dottore è un entomologo conosciuto in tutta Italia, che fa parte di diverse associazioni, e ha cercato di spiegare in tutti i modi che aveva preso gli insetti solo per motivi di studio, senza alcuna volontà di trarne profitto. Ma niente, padre e figlio sono stati trattati con una severità assoluta: sono stati portati davanti alla Corte di Tissamaharama che li ha spediti in carcere per un mese. I giudici infatti sospettavano che i due avessero preso delle specie protette, che è ovviamente un reato penale. Ma non era così: le farfalle e gli altri sono risultati insetti assolutamente comuni, privi di qualsiasi valore commerciale.
La lunga attesa
A quel punto a Ferrari e al figlio sono stati concessi gli arresti domiciliari, e per loro è iniziata una lunga attesa. Sono infatti stati mandati presso l’abitazione senza alcuna possibilità di lasciare lo Sri Lanka, dato che il loro passaporto è stato sequestrato. Non hanno restrizioni comunicative, possono telefonare liberamente a parenti e amici. Ma da quattro mesi sono in un limbo kafkiano: l’attesa snervante che venga quantificata la sanzione che dovranno pagare per l’illecito che hanno commesso, al di là delle buone intenzioni.
Non essendoci profili penali, perché il dottore non voleva assolutamente contrabbandare nulla (gli insetti sono privi di valore commerciale, ma di alto valore scientifico), la vicenda si chiuderà infatti solo con una sanzione. Che però incredibilmente richiede tutto questo tempo per essere quantificata: nonostante le sollecitazioni dell’avvocato del dottore, che è lì in Sri Lanka con lui, l’udienza di chiusura del caso deve essere ancora fissata. Anche la moglie di Ferrari lo ha raggiunto, per stare vicino a lui e al figlio.
La famiglia è strettamente in contatto con l’ambasciata italiana: si spera che la chiusura di questa vicenda – nata per la passione del dottore di osservare di sera insetti al microscopio – sia ormai questione di giorni.
Le parole dell'amico entomologo
Lucio Saltini, presidente del Gruppo Modenese Scienze Naturali e organizzatore della fiera Entomodena che si terrà il 21 e 22 settembre, è incredulo su quanto accaduto a Ferrari: «Mi sembra incredibile che uno studioso, e suo figlio con lui, possano essere tenuti in detenzione quattro mesi per aver preso degli insetti comuni. Si tratta di 150 farfalline piccolissime, come quelle che possiamo vedere in queste sere d’estate attorno a un lampione, prive di qualsiasi valore commerciale: il dottore non voleva certo fare del contrabbando».
Quale era il suo scopo? «Voleva studiarle alla sera al microscopio, è un hobby che ha da anni, senza alcun scopo di lucro. Se si vuole valutare la qualità di un ambiente, l’esame della microfauna è fondamentale. Ed è quello che voleva fare quando tornava a casa, comparando i dati del nostro ambiente con quello totalmente diverso dello Sri Lanka».
Vi sentite spesso? «Gli ho telefonato anche stamattina (ieri, ndr) per sapere come stava. È ovviamente molto provato dalla vicenda, e spera di poter tornare il più presto a casa. Gli dispiace anche per i suoi pazienti, che non riesce a seguire da tanto tempo. È una persona seria, uomo di scienza, non un contrabbandiere. Non sapeva però di questo divieto assoluto di prendere insetti là, e gli è costato caro».