Un tuffo nel Medioevo dell’antico borgo di Montebaranzone
Dopo i reperti emersi lo scorso anno tra mura, cimitero e una casa signorile risalente al XIII secolo, una delle novità più interessanti emerse quest’anno sono stati i resti di una torre a fianco del castello: ora saranno necessarie ulteriori ricerche
PRIGNANO. Successo di pubblico domenica scorsa per le visite guidate alle rovine del castello di Montebaranzone, in occasione della XXIV edizione della Festa Matildica, organizzata dalla parrocchia di Montebaranzone.
Oltre 200 persone, nel pomeriggio di domenica, hanno potuto visitare, nell’antico borgo nella frazione prignanese (proprio in località Montecastello), ciò che rimane del “castrum” medievale che si trovava in loco.
Nello specifico, sono stati illustrati i risultati della seconda campagna di scavi condotti durante il mese di luglio dall’Università di Verona, in particolare dal prof. Nicola Mancassola, coadiuvato dalla dottoressa Elisa Lerco e dalla dottoressa Elisa Maccadanza, nonché affiancato per l’occasione da un team di studenti e ricercatori provenienti da diversi atenei del Nord Italia, da Ferrara, a Bologna, a Milano, oltre che dalla stessa Verona. Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione di Modena con 20.000 euro e dal Comune di Prignano con 5.000 euro.
Dopo i reperti emersi lo scorso anno, ovvero un muro di cinta, una vecchia cisterna, il perimetro di un cimitero e i muri di una probabile casa signorile risalente al XIII secolo, una delle novità più interessanti emerse quest’anno sono stati i resti di una torre a fianco del castello, presente nella zona ovest del palazzo scoperto nel 2023. Ulteriori ricerche, ora, saranno necessarie per scoprire se ci sono correlazioni (oggi ritenute molto probabili) tra l’edificio della torre e quello della residenza signorile, separati da pochi metri di terreno, ancora tuttavia da indagare. Di grande interesse, inoltre, sarà verificare se il primo insediamento su questa altura di Montebaranzone era solo di tipo produttivo (sono stati rinvenuti resti di lavorazioni in ferro di probabile epoca pre-matildica) e, in seguito, sia sorto un vero e proprio “castrum” (ovvero un piccolo castello fortificato). Altre indagini sono state svolte sempre quest’anno sulle sepolture recuperate nell’area cimiteriale; esse sono state quindi inviate all’Università di Firenze per indagare sull’epoca di appartenenza e sulle varie cause di decesso (malattie, patologie varie, etc.). Infine, con ulteriori scavi nell’area circostante, potrebbero emergere anche i resti dell’antica chiesa di San Michele Arcangelo, di cui parlano le fonti ma di cui oggi non si è ancora rinvenuta alcuna traccia (il territorio in zona è infatti estremamente franoso e il sito fu abbandonato a inizio Seicento).
«I resti di questo antico castello – commenta il sindaco di Prignano, Mauro Fantini – stanno regalando a tutti gli appassionati di storia, ma non solo, tante nuove emozioni e suggestioni. Ringrazio tutti i ricercatori e gli studiosi che hanno lavorato a questo progetto, le famiglie Manodori e Fiandri proprietarie dell’area e tutti coloro che hanno reso possibile l’apertura delle visite al pubblico in totale sicurezza, a partire dalla parrocchia di Montebaranzone e dal Gruppo Alpini di Prignano. L’obiettivo dell’amministrazione è valorizzare e promuovere, anche a beneficio delle future generazioni, questo nuovo sito di archeologia medievale. L’auspicio, inoltre, è che anche nel 2025 si riescano a reperire i fondi necessari per proseguire con la terza campagna di scavi, già preventivata».