Modena, bando-flop per il commercio: «Non ci hanno informati»
Iniziativa del Comune, ma i negozianti non partecipano
Quando il Comune di Modena, in collaborazione con la Camera di Commercio, ha lanciato il bando per sostenere il commercio di vicinato, le aspettative erano alte. Con un fondo da 120 mila euro destinato alla rigenerazione e all’innovazione delle attività economiche, il progetto mirava a dare una boccata d’ossigeno a un settore in evidente difficoltà. L’iniziativa, sviluppata con il contributo delle principali associazioni di categoria - Confesercenti, Confcommercio, Cna e Lapam - puntava a rivitalizzare ben nove aree della città, quattro nel centro storico e cinque nei quartieri periferici. E le ragioni che avevano portato alla creazione di questo bando erano chiare e condivisibili. Il commercio di vicinato è ormai da tempo schiacciato da una serie di sfide apparentemente insormontabili: dalle mutate abitudini dei consumatori, sempre più inclini all’acquisto online, all’ingresso aggressivo delle nuove tecnologie. A peggiorare il quadro, l’esorbitante aumento dei canoni di affitto, che favorisce le grandi catene di distribuzione a scapito dei piccoli commercianti. Perciò il bando prometteva di essere una sorta di ancora di salvezza. Con contributi che potevano arrivare fino a 10mila euro per le riqualificazioni e fino a 20mila euro per le nuove aperture, sembrava offrire un’opportunità concreta per dare nuovo slancio alle piccole attività. Eppure, qualcosa è andato storto. Alla chiusura del primo termine di presentazione, il 15 luglio, la partecipazione è stata drammaticamente bassa: solo quattro domande, di cui tre per riqualificazioni di attività già avviate e una sola per una nuova apertura. Numeri che parlano chiaro e che riflettono una realtà ben diversa da quella immaginata. «Quelli che ho appena passato sono stati mesi complessi - racconta Rosetta Gambatesa, proprietaria del negozio l’Angolo dei Sogni - avevo un negozio in via Sant’Eufemia e mi sono dovuta spostare qui, a due passi da via Taglio, ridimensionandomi un po’. Non nego che forse qualche aiuto economico in questo periodo mi avrebbe fatto comodo. Peccato che io, di questo bando, non ne sapessi nulla. È una bella idea, ma forse, col senno di poi, avrebbero dovuto pubblicizzarla meglio. Credo che nessuno vada ogni giorno sul sito del Comune per vedere se ci sono bandi nuovi. Sono abbastanza certa che nessuno qui in questa via fosse al corrente di tutto ciò, altrimenti, visto come siamo messi noi commercianti del centro storico, ci saremmo buttati tutti a capofitto su questa opportunità». «Nemmeno io, devo dire, sapevo qualcosa di questo bando - conferma Edoardo Lachini del negozio Turchese, in via Emilia - Ero rimasto ai fondi che avevano stanziato durante il periodo di pandemia, non sapevo proprio di questa opportunità. Ci avrebbe fatto comodo. I commercianti infatti sembrano scoraggiati, forse sopraffatti dalle difficoltà quotidiane e da un contesto economico che non lascia spazio all’ottimismo. «A cosa servono un po’ di soldi per riqualificare o aprire un’attività se ormai la gente fa rinunce su tutto? - incalza Giuliano Pederzini, titolare del Caffè Farini 42 - tutto ciò che va, ora come ora, sono i ristoranti e i bar. Il resto è superfluo, rinunciabile. La mentalità della società è cambiata, e non c’è più bisogno di artigiani che popolano il centro, piuttosto di grandi marche e locali. E poi, anche di sedi di uffici, qua in centro non se ne vedono. Oggi tutti lavorano in smart working, e così anche le strade del centro si sono spopolate».
Qualche aspettativa resta ancora per la seconda scadenza, fissata al 15 gennaio 2025, ma il rischio è che finisca per rivelarsi un buco nell’acqua, di nuovo. Dopotutto, già questo primo tentativo doveva essere un trampolino di lancio per il rilancio del commercio di vicinato, ma si è rivelato, almeno in questa prima fase, un’occasione mancata. La speranza è che nei prossimi mesi si possa invertire la rotta, anche se il futuro del piccolo commercio, a Modena come in tante altre città, resta incerto.l