Acqua depurata: in montagna gli impianti di Hera per il mare
Senza i depuratori a servizio dei centri abitati, grandi quantità di acque reflue provenienti da attività domestiche e industriali verrebbero scaricate direttamente in acque superficiali senza alcun trattamento
Arrivano nuovi impianti di depurazione delle acque reflue urbane sul nostro Appennino. Il Gruppo Hera, nell’ottica di una gestione sempre migliore del ciclo idrico sul territorio in cui opera, ne ha infatti progettati nove, ora realizzati o in fase di realizzazione. I nuovi depuratori, pianificati ammodernando e rendendo ancora più efficienti alcune opere già esistenti, si avvarranno delle più idonee e attuali tecnologie. I depuratori delle acque urbane reflue sono opere fondamentali e hanno un’alta valenza per l’equilibrio naturale. Senza i depuratori a servizio dei centri abitati, infatti, grandi quantità di acque reflue provenienti da attività domestiche e industriali verrebbero scaricate direttamente in acque superficiali senza alcun trattamento, compromettendo così la qualità e i normali equilibri dell’ecosistema. Il Gruppo Hera, in tutti i depuratori delle acque reflue gestiti sul territorio di propria competenza, utilizza sistemi di trattamento biologico, che replicano ciò che già avviene in natura. Mare, fiumi e laghi, infatti, sono in grado di auto depurarsi naturalmente, ma non in presenza di una quantità di sostanze inquinanti certamente superiore alla propria capacità.
Dove sorgeranno i nuovi depuratori a servizio del nostro Appennino? Due impianti saranno nel comune di Palagano; più precisamente saranno realizzati a Costrignano, località Castellaccio, e Monchio, in località Cà Grande. Un terzo depuratore sarà realizzato a Piandelagotti, frazione di Frassinoro, mentre i restanti riguarderanno i comuni di Pievepelago (in località Sant’Anna Pelago), Serramazzoni (località Varana di Pescarola), Guiglia (località Casa La Lama), Lama Mocogno (località Montecenere), Pavullo (località Verica) e Montefiorino (località Farneta). Gli impianti serviranno agglomerati urbani fino a 2.000 abitanti e l’investimento complessivo per la loro realizzazione, a carico del Gruppo Hera, sarà superiore agli 11 milioni di euro. La scelta dei siti destinati ad accogliere i nuovi depuratori, è stata condivisa con le amministrazioni comunali di riferimento ed è strettamente legata alla posizione delle opere già esistenti. L’ “acqua nuova”, ovvero depurata che uscirà da questi impianti sarà anche utilizzata per scopi tecnici al loro stesso interno, evitando, così, l’uso di acqua potabile, risorsa sempre più preziosa. I progetti, realizzati in modo dettagliato, sono stati approvati da Atersir, l’agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e i Rifiuti, in seguito all’emissione dei pareri favorevoli degli Enti che partecipano alla Conferenza dei Servizi. Diversi impianti sono già stati realizzati e la loro messa in esercizio è prevista entro la fine del 2024, mentre altri sono già in fase di costruzione e termineranno nel 2025. L’ultimo sarà il nuovo depuratore di Farneta, i cui lavori di costruzione sono appena iniziati e che entrerà in funzione nel 2026.
«Abbiamo risposto nei tempi previsti alle direttive europee, adeguando e costruendo impianti dotati di tecnologie all’avanguardia - dice Maria Cristina Beneventi, responsabile degli impianti di depurazione dell'area Modena del Gruppo Hera - In questo modo vogliamo fare fronte alle esigenze del territorio; un territorio con particolari caratteristiche, come è l’Appennino, soggetto a stagionali incrementi di popolazione dovuti ai flussi turistici». l