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Vodafone e il riciclo di device tecnologici

di Alice Benatti
Vodafone e il riciclo di device tecnologici

L’impegno dell’azienda è anche nella raccolta e nello smaltimento

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MODENA. Contrastare l’obsolescenza (programmata o meno) dei nostri device tecnologici in generale, un flagello per l’ambiente oltre che per le “tasche” dei consumatori, e raccogliere questi rifiuti è impresa difficile per il nostro Paese: nel 2023 il tasso di raccolta si è fermato al 30,24% del totale immesso (l’obiettivo europeo è fissato al 65%) e a calare non sono state solo le tonnellate di Raee ( i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) avviate e recupero – -4,6% rispetto al 2022 –, ma anche la quantità di rifiuti trattati negli appositi impianti. Tanto che non più tardi di alcune settimane fa la Commissione europea ha messo in mora l’Italia per non aver raggiunto il target europeo nella raccolta dei RAEE. Una procedura di infrazione che diventa lo stimolo a migliorare l’intero sistema di raccolta e di riciclo, obiettivo su cui Vodafone Italia, tra i partner di Appennino Green, da sempre è impegnata.

Rifiuti di rete
L’azienda gestisce la produzione dei rifiuti di rete nei suoi magazzini centrali e li invia a smaltitori autorizzati di fiducia, come GMS di Villanova d’Ardenghi e Sirmet di Latina. Le società coinvolte implementano processi di riciclo che consentono di recuperare e riutilizzare i rifiuti con altissime percentuali di riciclo.

Dispositivi rigenerati
L’azienda vende i device che non possono più essere commercializzati a partner autorizzati per lo smaltimento dei rifiuti RAEE. Solo nell’anno fiscale 2022-2023 sono stati 15mila i telefoni e 173mila i dispositivi di rete fissa (VF Station, TV Box, ecc) venduti. Vodafone Italia ha anche previsto un processo di rigenerazione, in collaborazione con CTDI, suo partner, per dispositivi e apparecchiature che provengono da sostituzioni causate da guasti e disattivazioni del servizio.

Smaltimento di modem
Sta per compiere tre anni, inoltre, un progetto che unisce rispetto dell’ambiente e inclusione sociale. Stiamo parlando di quello portato avanti, dal novembre 2021, da Vodafone Italia in collaborazione con l’impresa sociale Fenixs all’interno della Seconda Casa di Reclusione di Milano-Bollate per la gestione dello smaltimento di modelli obsoleti di Vodafone Station (il modem che l’azienda fornisce ai suoi clienti con determinate offerte) non più utilizzabili e raccolti direttamente dai clienti. Nell’impianto attrezzato da Laboraee, società del gruppo AMSA, i detenuti provvedono a suddividere e ridurre a materie prime-seconde i materiali obsoleti inviati da Vodafone Italia. Dai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche è possibile, lo ricordiamo, recuperare metalli ferrosi e non ferrosi (rame, ottone, bronzo, stagno), polimeri plastici, gomma e componenti informatiche.

Ricondizionare le antenne
Più recentemente, dal 2022, Vodafone Italia ha avviato una collaborazione – attraverso il partner di assistenza tecnica CTDI e con la mediazione di Linkem –, con la sezione femminile del carcere romano di Rebibbia nell’ambito di un progetto di riabilitazione sociale delle detenute. Ecco come funziona: Vodafone invia al carcere le antenne FWA indoor che vengono restituite dai clienti a causa di guasti o della disattivazione del servizio; le detenute si occupano del ricondizionamento di tali antenne, svolgendo attività di test, diagnostica, aggiornamento software, rigenerazione e pulizia delle scocche, nonché del confezionamento. Successivamente, questi dispositivi vengono riutilizzati per nuove installazioni.l