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Fondi pensione, corsa a iscriversi: ecco i migliori e i loro rendimenti

Fondi pensione, corsa a iscriversi: ecco i migliori e i loro rendimenti

La classifica: crescono quasi tutti i comparti. Molto bene gli azionari, i consigli dell’esperto

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MODENA. I segnali di allarme, a ripetizione, vengono lanciati dall’Inps. Con la denatalità in prospettiva ci saranno sempre più anziani in pensione e sempre meno lavoratori a versare contributi per le pensioni. Quindi sarà un problema garantire assegni pensionistici adeguati, a meno che non cambino le cose. Le riforme, al ribasso, delle pensioni saranno sempre più probabili e frequenti. Ecco perché avere una buona previdenza complementare, sostegno all’assegno erogato dall’Inps, diventa molto importante. La cosa pare essere ben chiara agli italiani.

I numeri
Lo provano i numeri in crescita delle sottoscrizioni, favorite anche dai buoni risultati. Crescita che vede soprattutto i giovani sensibili al tema e alle sottoscrizioni. I numeri dei fondi pensione parlano chiaro: aumento del 4% degli iscritti, rendimenti superiori alla rivalutazione del Tfr e risorse per le prestazioni a quota 222, 6 miliardi, in crescita dell’8, 2%. Per la previdenza complementare il 2023 si è rivelato un anno di crescita. A certificarlo è il monitoraggio della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) aggiornato a dicembre 2023. Monitoraggio dal quale emerge che lo scorso anno sono lievitati del 5, 7% anche i contributi incassati da fondi chiusi e aperti e dai Piani individuali pensionistici. Tutte le tipologie di forme pensionistiche e di comparti registrano in media risultati positivi. I rendimenti sono risaliti facendo registrare un +6, 7% nei fondi pensione negoziali, +7, 9% nei fondi aperti e 8, 3% nei Pip “nuovi”. Per i comparti azionari le performance migliorano ulteriormente: +10% nei fondi negoziali, +11, 3% in quelli aperti e +11, 4% nei Pip. Nel rapporto dell’Authority si osserva che nelle linee bilanciate i risultati sono stati, in media, «pari al 6, 9% nei fondi negoziali, all’8, 3% nei fondi aperti e al 7, 1% nei Pip», mentre sono stati più contenuti per i comparti obbligazionari e garantiti.

Il rapporto
Nel rapporto si afferma che negli ultimi dieci anni i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4-4, 5% per tutte le tipologie di forme pensionistiche. In particolare, per le linee bilanciate i rendimenti medi sono compresi tra il 2 e il 3%, mentre le linee garantite e quelle obbligazionarie mostrano risultati vicini allo zero o di poco superiori. Ma quali sono, nella classifica Covip, i fondi migliori? Nel complesso le cose nel 2023 sono andare molto bene rispetto al 2022, come conferma il professor Luca Spataro, direttore del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa. «Quest’anno lo scenario appare ancora incerto e dipende da diversi fattori, come le politiche delle banche centrali, l’inflazione e la stabilità geopolitica. Se queste condizioni continueranno a migliorare, potremo aspettarci benefici anche per i fondi pensione. Tuttavia, bisogna considerare anche i rischi di volatilità dei mercati e le crisi economico-politiche». Nella classifica dei migliori spiccano tra i comparti azionari dei fondi negoziali Alifond (+11, 77%) , Fopen (+11,62%) e Fondapi (+11,35%) spiccano sugli altri.

L’esperto
«Performance notevoli – commenta Spataro – probabilmente legati a investimenti in settori e aree geografiche che hanno performato bene, ma attenzione: potrebbero essere caratterizzati da maggiore volatilità». Non è invece andato benissimo il comparto garantito di due fondi negoziali, Quadri e capi Fiat (2,49%) e Byblos (2,64%), che ha registrato rendimenti inferiori al 3%. «I comparti garantiti - spiega Spatato - tendono ad investire in strumenti finanziari che offrono rendimenti più bassi, ma maggiore sicurezza del capitale». Nel complesso i fondi pensione azionari sono quelli ad aver avuto performance migliori (+10/11%) mente più alti degli altri, con una differenza rispetto a quelli bilanciati (+6/8%) e obbligazionari (3/5%) superiore al solito. Quanto al lungo termine, in 10 anni, i risultati migliori tra i fondi negoziali sono stati raggiunti dai comparti azionari, specie quelli di Mediafond (+6,68%), Fondosanità (5,43%) , Alifond (5,14%). In definitiva meglio scegliere fondi azionari o conservativi? «Investire in comparti azionari può essere più conveniente sul lungo termine, ma bisogna considerare anche il rischio e la durata dell’investimento. I lavoratori più giovani possono beneficiare di una maggiore esposizione ai comparti azionari, mentre quelli più vicini alla pensione potrebbero preferire una strategia più conservativa – aggiunge Spataro – I fondi presentano diversi vantaggi fiscali e di rendimento, in una situazione di forte incertezza sull’adeguatezza delle future pensioni pubbliche. Gli obiettivi di risparmio, la propensione al rischio, i costi di gestione e le agevolazioni fiscali sono altri fattori da valutare»