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Primo caso di Usutu virus a Modena, l'esperto: «Attenzione agli anziani»

di Carlotta Fornaciari
Primo caso di Usutu virus a Modena, l'esperto: «Attenzione agli anziani»

L’intervista ad Alessandra Fantuzzi, direttrice del Servizio igiene pubblica dell’Ausl

18 agosto 2024
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MODENA. Arriva da Modena la prima segnalazione di un caso di Usutu virus: l’uomo, un 84enne di Maranello, ad oggi è ricoverato in terapia intensiva. Tra i bersagli più esposti alla malattia, gli anziani e i “grandi anziani”: mentre quasi l’80% dei casi presenta una sintomatologia pressoché assente, è per il restante 20% che i sintomi possono passare da una lieve influenza fino a una vera e propria encefalite, come nel caso del paziente ricoverato. Il vettore del virus, che fa parte del gruppo delle arbovirosi, è stato identificato nella zanzara comune: per questo tutte le aziende sanitarie e gli enti locali stanno lavorando in forte sinergia per contrastarne la diffusione. Tra gli interventi di “lotta al vettore” sono previste sia azioni di protezione individuale, come nel caso dei repellenti, sia azioni di prevenzione, come lo svuotamento delle acque, i vari trattamenti, i larvicidi e, in casi particolari, gli adulticidi degli esemplari portatori.

L’esperto
Ma di che patologia stiamo parlando nel concreto? «La malattia da Usutu virus fa parte della categoria di malattie trasmesse dai vettori – spiega Alessandra Fantuzzi, direttrice facente funzione del Servizio di igiene pubblica dell’Ausl di Modena – Mentre solitamente le malattie derivanti dalle punture di zanzara sono prettamente asintomatiche, una piccola parte della popolazione affetta da Usutu può presentare sintomi neuro invasivi, come encefalite e febbre alta».
Cresce la diffusione
Insomma, la crescente diffusione di queste arbovirosi, così chiamate perché trasmesse tramite il morso o la puntura dei cosiddetti “artropodi”, è ormai evidente. Come sembra essere evidente che la propagazione dell’Usutu virus, e del West Nile virus, possa essere una concausa dei cambiamenti climatici sempre più gravosi. «È appurato come l’andamento climatico influisca fortemente sui movimenti migratori degli uccelli, esposti, come i cavalli e gli esseri umani, al virus – continua Fantuzzi – Per questo la sorveglianza degli enti preposti non si limita soltanto agli esseri umani, ma anche agli stessi animali. Nel caso delle arbovirosi, contrariamente ad esempio alla Dengue, non sono previsti interventi speciali intorno al luogo di residenza di chi le contrae, in quanto veicolati dalle zanzare comuni. Gli unici interventi previsti riguardano la lotta al vettore: trattamenti, larvicidi e in alcuni casi adulticidi, più rari perché molto più impattanti per l’ambiente e per le persone. I larvicidi addirittura vengono attuati con cadenza periodica durante tutta la stagione, da maggio a settembre».

Cosa fare?
In sostanza, quando e quanto dobbiamo preoccuparci per questo virus? «La sintomatologia clinica e le percentuali sono molto simili alla West Nile – conclude la direttrice del Servizio di igiene pubblica – Stando in casa con le adeguate misure di protezione il rischio è bassissimo, è chiaro che aumenta con le attività serali all’aria aperta, soprattutto per i soggetti più esposti. In ogni caso soltanto una minima parte della popolazione può presentare sintomi neuro invasivi, pertanto, è bene adottare le giuste misure senza allarmismi», conclude.l