Gazzetta di Modena

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La tragedia

La lettera del carpigiano Andrea alla fidanzata Valentina Fino, precipitata in un dirupo: «Il nostro amore nato sui sentieri»

La lettera del carpigiano Andrea alla fidanzata Valentina Fino, precipitata in un dirupo: «Il nostro amore nato sui sentieri»

L’addio alla compagna: «Lei era una compagna dolce e attenta, avevamo tanti progetti insieme»

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CARPI. «Andrea e Valentina, per sempre insieme». Questa la dedica che Valentina ha scritto sul libro di Vetta sulla croce del Monte Casarola. Il 34enne carpigiano Andrea Pedata era insieme all’amatissima compagna Valentina Fino, infermiera di 31 anni di Bologna, quando è precipitata in un dirupo, sabato scorso, durante un’escursione all’Alpe di Succiso, sull’Appennino reggiano.

Andrea affida a una lettera struggente il racconto degli ultimi momenti con la sua Valentina, il ricordo della loro vita insieme e delle caratteristiche straordinarie della compagna con la quale condivideva più progetti.

La lettera

«Ci siamo conosciuti sui sentieri – scrive Andrea –. C’è stata un’immediata e fortissima connessione. Come se fossimo legati nel profondo. E non solo dalla passione per la montagna. Entrambi molto sensibili. Riservati e introversi. Ma la nostra priorità era essere sempre gentili verso il prossimo. Avevamo una vita totalmente salutare. Piena di allenamento e alimentazione sana. Non ci piaceva frequentare locali. Amavamo moltissimo la natura, il silenzio e le cose semplici. Entrambi eravamo appassionati di escursionismo da molti anni. Stavamo ore a camminare. Nei weekend ma anche nella quotidianità dopo il lavoro. Aspettavamo il tramonto per vedere che effetto ci faceva. Ci scambiavamo pensieri profondi e ci baciavamo sotto quella luce magica. Avevamo tanti progetti insieme. Di vita soprattutto. Ma anche di escursionismo. Avevamo da poco percorso la via Vandelli da Modena a Massa per un totale di 180 chilometri. E saremmo partiti per l’Alta via dei parchi il 1 settembre, partendo da Parma per arrivare a Bologna, 12 giorni dopo. Al nostro ritorno avremmo affrontato l’esame d’ammissione per il corso di guide ambientali escursionistiche a cui eravamo iscritti. Con la prospettiva di dedicarci insieme a ciò che amavamo».

La tragedia

«Era una compagna sempre premurosa, dolce e attenta. Eravamo entrambi molto precisi – prosegue Andrea –. Programmavamo le uscite in montagna in ogni dettaglio. Seguivamo solo percorsi Cai. E studiavamo per giorni le tracce gps. Non abbiamo mai acceso la tv insieme. Valentina soprattutto era molto coscienziosa e minuziosa nello studio dei tracciati. Chiunque abbia girato in montagna con lei lo può confermare. Questo mi dà la certezza che non avrebbe mai imboccato un sentiero se l’avesse reputato pericoloso, soprattutto avendo un occhio di riguardo percorrendolo con me. Purtroppo è successa una cosa terribile. Ancora non me lo riesco a spiegare. Il dolore è troppo forte. Ho sentito un urlo e l’ho vista volare. Mi sono sporto e non c’era più. In passato ho partecipato a corsi di soccorso in montagna, sono preparato anche a condizioni di valanga. Conosco le procedure. Ho chiamato il 115. Ho dato le coordinate gps e tutti i dettagli. Poi il pensiero che potesse essere spaventata e dolorante giù da quel burrone mi ha fatto prendere la decisione di calarmi. Ho affrontato una discesa molto ripida di 100 metri, senza mai pensare che lei non ci fosse più. In qualche modo l’ho raggiunta. Respirava ancora. Senza toccarla ho provato a chiamarla, ma era incosciente. A quel punto sotto indicazione telefonica del soccorso Alpino sono risalito in un punto ben visibile per segnalare la posizione esatta di Valentina. Dopo poco avevamo sopra la testa un elicottero dei vigili del fuoco e uno del Soccorso Alpino. I soccorritori si sono calati 35 minuti dalla mia prima chiamata. Un intervento impeccabile. Poco dopo la notizia. Valentina non ce l’ha fatta. Mi è crollato il mondo addosso. “Andrea e Valentina, per sempre insieme”. Ci dedicava queste parole un ora prima di andarsene, sul libro di vetta custodito sulla croce del monte Casarola. L’unica consolazione – conclude – è che se n'è andata felicissima, facendo ciò che più amava al mondo».