Gazzetta di Modena

Modena

La storia

«Alberi con gli occhi a Serramazzoni per ricordare ancora Marino»

Daniele Montanari
«Alberi con gli occhi a Serramazzoni per ricordare ancora Marino»

Gli amici del 53enne scomparso a giugno hanno organizzato una bancarella con i suoi oggetti indiani. E ora pensano ad altre iniziative speciali seguendo la sua passione per la vita

3 MINUTI DI LETTURA





Serramazzoni È stata un successo oltre ogni aspettativa, l’11 e il 12 agosto alla fiera di Serra, l’idea di una bancarella in memoria di Marino Leonelli. È stata tra le più affollate dai visitatori, con gli affascinanti oggetti indiani che ha lasciato, permettendo di raccogliere una somma importante per beneficenza. E adesso gli amici guardano ad altre iniziative per tenerlo vivo nel cuore.

La bancarella

Il 53enne, ambulante e chef con la passione dell’India, è scomparso l’1 giugno scorso per un malore. Uno strazio per i famigliari e gli amici. Che però, in accordo con sua madre Virginia, hanno pensato di reagire al lutto organizzando per la fiera la stessa bancarella che lui faceva sempre, con gli oggetti che portava dall’India, devolvendo tutto il ricavato al tempio di Himachal Pradesh e all’ashram di Manjula, per l’aiuto ai poveri. Ed è andata molto bene: «Oltre le aspettative – sottolineano gli amici, arrivati per l’occasione anche da Parma e Bologna – tanta gente è venuta apposta chiedendo: “È qui la bancarella di Marino?”. E ha contribuito all’iniziativa. Siamo molto contenti: si è creata una bella energia pura, come lui era puro. Un grande ringraziamento all’associazione Himlen Aps e al suo presidente, senza cui non saremmo mai riusciti a organizzare la presenza in fiera».

Il ricordo

Marino ha lasciato un ricordo indelebile: «Io l’ho conosciuto nel 1985 – racconta Alessandro Marchiorri di Serra – e posso dire che era veramente una persona speciale. Un’anima pura, innamorato dell’India e della sua filosofia, che trasmetteva nella vita. Sapeva creare collante, armonia anche tra persone che mai si erano viste prima. Come noi, che siamo venuti da tante parti per questa iniziativa per lui, riuscendo a creare qualcosa di lieto da un dramma. Lui avrebbe voluto così, e forse è proprio lui che ci sta guidando».

«Era un amante vero dell’India, uno di quelli che è arrivato alle sorgenti del Gange e si è immerso in quelle acque gelide – continua Linda Betti, di Parma – uno per cui era più importante il senso delle cose del guadagno. Uno che finita una fiera, come quella di Ancona, si metteva lì a cucinare per tutti senza chiedere nulla».

«Mi ha sempre colpito la sua immensa umanità – sottolinea Stefano Bonazzi di Modena – la sua capacità di accettazione delle cose. Diceva sempre: “Quello che è, è”, invitando a prendere la vita per come viene, mantenendo uno sguardo positivo. Nei momenti difficili, me lo sento dentro che mi dici: “Quello che è, è: tu vai avanti”. E questo mi rimarrà per sempre. Marino rimarrà per sempre».

Gli amici hanno pensato anche a un suggestivo progetto in memoria: «A lui piaceva “mettere degli occhi” in ceramica, ovviamente in modo non invasivo, ai maestosi alberi che incontrava sul suo cammino, per ricordare a tutti che sono esseri viventi, perché la vita è in tutto» spiega Elena Burgio, di Bologna. «L’ultima volta siamo andati con lui a Faeto, dove in mezzo al bosco c’è una quercia con i suoi occhi. Ci piacerebbe organizzare in autunno, in sua memoria, delle escursioni per andare a trovare gli “alberi con gli occhi” e per metterli ad altri, sensibilizzando la gente al rispetto della natura. Lui sicuramente sarà con noi».