Gazzetta di Modena

Modena

La storia

Fino a Capo Nord con la Vespa comprata con il primo lavoro: l'impresa del modenese Aldo Veratti

di Carlotta Fornaciari
Fino a Capo Nord con la Vespa comprata con il primo lavoro: l'impresa del modenese Aldo Veratti

Il racconto: «Emozione unica, un giorno ho visto un video e mi sono innamorato dei paesaggi nordici»

2 MINUTI DI LETTURA





MODENA. «Se la Vespa tiene, io arrivo»: cinquemila chilometri e tredici giorni dopo, tappa dopo tappa, fa capolino a Capo Nord a bordo della sua Vespa 125 del 1981. È l’impresa di Aldo Veratti, prima modenese e poi vespista nato, che il 1 giugno ha deciso di intraprendere una delle avventure più incredibili della sua vita. Il viaggio inizia al Vespa Club di Firenze: un team che in partenza conta 65 iscritti, una cinquantina quelli presenti alla partenza, più il fotografo e il videomaker.
A colpire il bersaglio in Norvegia saranno solo in 43: nonostante l’attrezzatura, qualche Vespa non regge la fatica. Ma Veratti, con una mini farmacia meccanica e l’equipaggiamento sempre con sé, dopo una media di 380 chilometri al giorno per tredici giorni, taglia il traguardo commosso.

Una passione infinita
«La passione per la Vespa nasce a 16 anni. La prima Vespa me la sono potuta permettere grazie al mio primo lavoro: da quel momento è iniziata una serie di viaggi di piccola caratura, intorno ai 200 o 300 chilometri – racconta Veratti – Un giorno ho visto un video e mi sono innamorato dei paesaggi nordici. Mi sono innamorato della possibilità di vedere questi paesi, in Vespa si vive in modo diverso: non si fanno strade ad alto scorrimento, il paesaggio e la natura vengono vissuti a 360 gradi».

Il viaggio
Il primo checkpoint dalla partenza è a Salisburgo. Seguono Praga, un tratto tra Germania e Polonia, Francoforte, e poi il traghetto da Copenaghen alla Svezia. Ancora, un migliaio di chilometri addentrandosi nella Svezia fino al confine con la Finlandia, poi la Norvegia e il gran finale: ultima tappa il tunnel sotto al Mar Glaciale Artico e dritti fino a Capo Nord. «Abbiamo percorso una media di 380 chilometri al giorno, non me l’aspettavo – continua – Ce la siamo goduta fino all’ultimo boccone, anche sterrati in mezzo al bosco, anche sul ciottolato. Ho avuto un appoggio incredibile dalla mia famiglia: era una decisione condivisa, sono stato seguito sul cellulare tappa per tappa, anche dagli amici che mi incitavano. Ho ricevuto un sacco di messaggi, tante persone si sono fatte sentire».
Insomma un lungo viaggio dentro l’Europa, e dentro sé stesso: «Il viaggio è incredibile emotivamente. Ripensi alla vita, è molto introspettivo. Lo consiglierei a tutti: anche a chi mi ha suggerito di non farlo o mi chiedeva perché mi lanciassi in questo. Arrivare alla meta è stata una liberazione, ci siamo già ripromessi di fare altri viaggi insieme. Ho avuto l’occasione di stringere legami profondi, soprattutto con persone prima sconosciute. Alla fine ci ho provato e ce l’ho messa tutta, e direi che la soddisfazione mi ha pienamente ripagato».l