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Val Dragone, un sentiero lungo le antiche miniere sulle montagne modenesi

Val Dragone, un sentiero lungo le antiche miniere sulle montagne modenesi

Cammino segnalato dai segni bianco-rossi o da cartelli, Si può partire nei pressi del Poggio Bianco Dragone

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MODENA. La valle del torrente Dragone è la più ricca di affioramenti ofiolitici di tutto il territorio modenese: sul versante di Boccassuolo si trovano l’imponente complesso del Poggio Bianco Dragone (905 m) e il Cinghio del Corvo (1079 m), mentre in sinistra idrografica si rilevano affioramenti minori quali il Monte Calvario (788 m) e Poggio Medola (691 m).
Grazie alla loro caratteristica colorazione nero-verdastra o bruno-rossastra, data dall’abbondante presenza di ossidi di ferro, questi affioramenti rocciosi di origine magmatica risaltano e connotano fortemente tutto il paesaggio circostante.

Come arrivare
Accesso in auto: da Palagano proseguire ancora per 2.5 km in direzione di Lama Mocogno, quindi svoltare a destra al bivio per Boccassuolo. Dopo altri 2.1 km, sulla destra, si trova una piccola piazzola che segnala l’accesso al sentiero delle miniere nei pressi del Poggio Bianco Dragone. A dispetto di quello che accade di solito, questo itinerario inizia in discesa per raggiungere la miniera di Toggiano. Seguendo i segni bianco-rossi sugli alberi o i cartelli “TOM–Trail of Mines”, si raggiunge un primo punto panoramico sulla Val Dragone. Superato il bivio per Casa Corsini, il sentiero piega decisamente a destra per poi costeggiare una piccola valletta (staccionata) e raggiungere l’ingresso della miniera.

La miniera
Pur essendo di entità minore in termini di sviluppo rispetto ad altre, la miniera di Toggiano si presenta in buono stato di conservazione ed è facilmente accessibile (necessaria una lampada). Al suo interno è ben visibile la presenza di rame e, sul fondo, si trova un piccolo “pozzo” di acqua cristallina. In alcuni periodi si possono inoltre trovare piccoli pipistrelli dormienti appesi alle sue pareti. Giunti a questo punto, prima di iniziare la risalita, si può fare una piccola deviazione (riservata ad escursionisti esperti) per raggiungere la sommità, estremamente panoramica, di un grande pinnacolo roccioso che si erge a picco sul torrente Dragone.

Il sentiero
La traccia di sentiero, segnata con alcuni bolli rossi sugli alberi, necessita di piede fermo e assenza di vertigini e diparte da poco sotto l’ingresso della miniera. Siamo nel punto più basso del percorso per cui non resta che risalire per il sentiero dell’andata fino a circa 700 metri di quota e da qui si prosegue in direzione ovest iniziando ad aggirare le pendici del Poggio Bianco Dragone.
Questo tratto di sentiero, una volta usciti dal bosco, risulta a tratti un po’ stretto ed esposto, ma offre splendide visuali sulla vallata. Più avanti, nei pressi dell’incrocio con una traccia di sentiero proveniente da sinistra, si incontrano altre tre miniere: “Labirintica”, della “Dolicopoda” e del “Pipistrello”. In particolare le ultime due, poste una trentina di metri sotto al sentiero che stiamo percorrendo, sono facilmente accessibili, e quindi meritano una visita.
Proseguendo si giunge alla fine della parete rocciosa e si incrocia il sentiero proveniente dal Monte Calvario e dal guado del torrente Dragone. Ora il sentiero diviene più largo e non presenta più alcun problema. Poco più avanti, sulla sinistra, una forestale in salita permette di tornare sulla strada asfaltata poco lontano da dove abbiamo parcheggiato (variante corta, 6 km, 400 m D+, 2-3 ore).

La borgata Ca' Malgori
Il sentiero principale invece prosegue fino a raggiungere la borgata di Ca’ Malgori; un breve tratto di asfalto, per poi riprendere il sentiero (CAI 582) che, in salita più decisa e costeggiando bei muretti a secco, raggiunge infine il paese di Boccassuolo, posto a quasi 1000 metri di altezza.
Il nome deriva, tradizionalmente, da “bocche del suolo” e cioè da quel fenomeno naturale per cui fuoriuscite di gas metano dal sottosuolo ogni tanto prendevano fuoco producendo delle fiamme dal terreno. È fortemente raccomandato raggiungere la sommità della rupe dove sorge il campanile da cui si gode di una splendida visuale sul borgo sottostante e sull’intera vallata, con il profilo delle montagne del crinale (tra cui il monte Cusna) in lontananza. Costruito nel 1880 sulle rovine dell’antica torre feudale, il campanile è indubbiamente il simbolo di Boccassuolo.

Si riparte raggiungendo l’attuale chiesa parrocchiale per poi proseguire fino all’incrocio di sentieri denominato “I Passoni”. Qui si lascia il sentiero CAI 587 che prosegue verso il Monte Cantiere e si svolta a sinistra in direzione del Cinghio del Corvo, la nostra prossima meta. Giunti a quota 1100 metri circa, si lascia la carreggiata e si svolta decisamente a sinistra in corrispondenza di un boschetto di abeti. Dopo aver superato una modesta elevazione che offre un ultimo bellissimo panorama sulla vallata, il sentiero inizia a scendere nel bosco in maniera più ripida fino a raggiungere una sterrata che si segue a sinistra e che ci permette di rientrare al punto di partenza.

Le miniere di rame della Val Dragon
Si tratta di giacimenti sfruttati probabilmente fin dai tempi remoti, già dagli Etruschi. In tempi più recenti, l’attività mineraria risale al 1343 quando Guglielmino da Montecuccolo stipulò un contratto con alcuni operai per la ricerca di materiali preziosi. Nel 1740 venne fondata la “Società delle Miniere” a cui aderirono molti sottoscrittori di azioni da “600 lire modenesi” ciascuna.
Altre notizie si ebbero fino al 1788 quando infine si smise di estrarre il rame dalle ofioliti della val Dragone in quanto non remunerativo e si abbandonò altresì il sogno di trovare l’oro. Il nome stesso di Palagano deriva forse dalla voce pre-latina “palaga” che significa pepita d’oro. Le ricerche effettuate su questo comprensorio hanno portato alla localizzazione di ben 12 gallerie per oltre 1300 metri di sviluppo. All’interno di esse si trovano ancora modesti minerali di pirite e calcopirite, nonché qualche cristallo di quarzo e tracce di blenda. l