Gazzetta di Modena

Modena

Il caso

Benzinaio a Modena da 20 anni: «Nessuno mi affitta casa»

di Ginevramaria Bianchi
Benzinaio a Modena da 20 anni: «Nessuno mi affitta casa»

La storia del tunisino Sghaier Ben Abdallah: «Appena sentono il mio cognome e che sono musulmano mi scartano, a 48 anni sento l’esigenza di un alloggio tutto mio»

4 MINUTI DI LETTURA





MODENA. L’aveva vista online, gli piaceva molto. Sembrava una casa ampia, spaziosa. Finalmente ne avrebbe avuta una tutta sua, proprio come desiderava. Ha visto i recapiti del proprietario vicini alla voce in cui era indicato il prezzo, se li è segnati e l’ha contattato. Questo copione l’ha ripetuto decine e decine di volte, ma tutte senza successo. Il motivo?

La storia
«È perché sono nero», afferma l’uomo. Si chiama Sghaier Ben Abdallah, ha 48 anni, è tunisino, e abita a Modena da più di vent’anni, dal 2003, precisamente in via Crocetta. Attualmente sta in un appartamento con altre sei persone. Nella vita fa il benzinaio. Ha un contratto a tempo indeterminato full time con turni, anche notturni, di otto ore. Come detto, è da più di due anni che cerca casa, perché comincia ad avere l’esigenza di potersi rilassare dopo aver lavorato in uno spazio tutto suo, magari un po’ più ampio di quello in cui vive ora. Per trovarlo si è impegnato parecchio. Ogni giorno cerca online annunci di case in affitto, e si è affidato anche a diverse agenzie immobiliari. Ma non c’è stato nulla da fare.

I "motivi"
«Me lo fanno capire velocemente che non sono ben accetto – comincia a spiegare Abdallah – E non si fanno mai scrupoli a dire apertamente che è perché non sono italiano. Il mercato immobiliare modenese sembra non aver spazio per me, perché prima di verificare che io sia una persona educata e con uno stipendio stabile, agli occhi di tutti è prioritario il fatto che io sia nero e musulmano. E per questo non vado bene. Da anni ormai – prosegue – cerco casa a Modena. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma non pensavo così tanto. Attualmente sono in un appartamento che condivido con altri inquilini. Non mi trovo molto bene con loro, perciò, all’età di 48 anni, ho capito che forse era il caso che io iniziassi ad avere una casa tutta mia, senza dover rendere conto a nessuno dei miei orari e della mia routine».

Le premesse, dunque, erano chiare: «Volevo un appartamento in affitto di medie dimensioni, potevo permettermelo – specifica Abdallah – Non avevo preferenze sulla zona, mi andava bene qualunque parte di Modena. E non avevo nemmeno pretese particolari, come un terrazzo o qualche camera in più di quella che mi serviva. Presto però, nonostante pensassi che le mie richieste fossero basilari, ho dovuto iniziare ad abbassare sempre di più l’asticella delle mie aspettative. Sono rimasto così deluso dalle prime risposte dei proprietari – dichiara – che a un certo punto mi sarei accontentato anche di andare di nuovo in un appartamento con spazi condivisi con altri inquilini».

Tanti tentativi
I tentativi, prima di arrendersi, sono stati parecchi. Abdallah sostiene di essersi interessato a più di una settantina di immobili dall’inizio del 2024. Peccato che nessuno dei proprietari si sia interessato a lui. Di solito, la maggior parte di loro stronca subito la conversazione quando vede che il nome del suo account non è italiano. E molti glielo fanno notare, dicendogli frasi come «la nostra casa è disponibile solo per gli italiani», o ancora «non ci fidiamo degli stranieri». Altri, invece, prima di incontrarlo per fargli vedere la casa, gli fanno domande personali che, secondo Abdallah, «non sarebbero necessarie o, quanto meno, fondamentali».

«Appena capiscono che sono nero – racconta – mi domandano subito se sono anche musulmano. Io lo sono, e non vedendoci nulla di male, lo dico anche ai proprietari che me lo chiedono: non c’è motivo a parer mio per dire delle bugie a riguardo. A quel punto, quasi sempre, il loro interesse scema, e io mi ritrovo al punto di partenza. Al telefono ad aprile mi è stato detto che “non volevano musulmani in casa”. È stato davvero avvilente». Ma non è finita qui. Perché gli incontri coi proprietari che si sono svolti in presenza non lo hanno lasciato meno interdetto di quelli telematici.

Anni di umiliazioni
«A novembre trovai un posto letto – continua Abdallah – Mi misi d’accordo con il proprietario per andare ad abitare lì. Quando ci incontrammo di persona, disse che non mi avrebbe più dato in affitto la stanza perché non credeva che fossi davvero tunisino, come gli avevo detto. Io ho un colore della pelle molto scuro, è vero – conferma – Ma in Tunisia ci sono sia i neri che i bianchi: non è sempre detto che tutti i nordafricani abbiano la pelle chiara, alcuni sono anche come me». Dopo due anni, tante umiliazioni, e diversi aiuti da parte di conoscenze, Abdallah è riuscito da poco a trovare una sistemazione temporanea. Grazie all’aiuto di Francesca Maletti, assessora alle Politiche sociali, è stato spostato a Casa a Colori di Modena, una struttura di carattere alberghiero dotata di 33 camere singole con bagno privato annesso all’interno, dove gli inquilini condividono solo il servizio di lavanderia a gettoni e la cucina. «Sono contento di questa opportunità – afferma entusiasta Abdallah – Quella di Casa a Colori rimane però per me una sistemazione temporanea, nell’attesa di trovare ancora l’appartamento dei miei sogni, tutto per me. Auguro a me stesso di non dover sopportare mai più le umiliazioni del passato. Se i prossimi proprietari di case che incontrerò dovessero trovarmi dei difetti spero non sia per il colore della mia pelle o la mia religione».