Olimpiadi, l’argento di Iorio con le Fate: «Elisa è un esempio per tutti»
Il secondo posto della 21enne modenese con l’Italia della ginnastica artistica sotto gli occhi dei genitori, che erano con lei a Parigi: «Ha lavorato tanto, vedere il suo impegno coronato è un’emozione indescrivibile»
PARIGI. Entrare nella storia, incidere il proprio nome nell’albo olimpico dopo che quella casella era rimasta vuota per 96 anni. Elisa Iorio, 21enne modenese, ha impresso il proprio volto sorridente nel libro a Cinque cerchi italiano. Dal 1924, edizione di Amsterdam, l’Italia non conquistava il podio in una delle discipline regina dell’Olimpiade, perché non tutti gli sport hanno lo stesso peso, questo va detto. L’artistica ha un valore aggiunto, un fascino tutto suo.
I sacrifici e la crescita
Elisa, portando con sé Modena in quella nobile storia, si allinea agli altri grandi sportivi della nostra città e se si pensa all’artistica si pensa ad Alberto Braglia. Un mondo, quello del tre volte medaglia d’oro, che pare così lontano da quello frenetico in cui la giovane modenese si è dovuta adattare fin da bambina, trasferendosi al centro Federale di Brescia a 12 anni, ma in cui lo spirito e l’essenza di uno sport così faticoso ed estenuante sono rimasti gli stessi, anche a un secolo di distanza. La caviglia di Elisa, gonfia e dolorante, ne è il simbolo. Simbolo della forza con cui l’atleta supera le difficoltà anche più estreme per valicare i propri limiti, il tutto nel teatro naturale delle imprese, le Olimpiadi.
L’emozione dei genitori
Con il supporto granitico della famiglia, che è sempre stata al suo fianco negli anni e lo era anche martedì a Parigi dove il papà Gianluca e la mamma Giulia Bagni hanno tifato per lei.
«Non riesco a esprimere quanto siamo orgogliosi di Elisa – spiega papà Gianluca ancora da Parigi – Ha lavorato duramente, dedicando tempo ed energia alla ginnastica artistica, e vedere il suo impegno coronato con una medaglia d’argento alle Olimpiadi è un’emozione indescrivibile. La sua determinazione, passione e spirito competitivo sono un esempio per tutti noi».
Il giorno più nero
Spiegare quanti sacrifici Elisa ha dovuto fare per raggiungere l’apice non è possibile, meglio affidarsi alle sue parole quando nel 2019 in una lunga intervista alla Gazzetta svelò uno dei pochissimi momenti di debolezza vissuti lontano da casa.
«C’è stata solo una sera in cui ho pianto – aveva raccontato –. Ero reduce dagli Assoluti di Riccione, ero caduta due volte in gara. Ho alzato il telefono e ho chiamato mio padre. Ero stanca, gli ho detto “Papà, portami a casa”». Un giorno di ossigeno a Modena, nell’intimità degli affetti familiari e poi di nuovo la voglia di tornare a Brescia, per dimostrare di essere all’altezza di quella maglia azzurra.
La gioia più grande
A caldo, dopo la medaglia d’argento, Elisa ha espresso tutta la sua soddisfazione: «Sono felice di essere riuscita a dare il mio contributo per questo risultato storico – ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport –, gareggiando tra l’altro accanto alla regina americana Simone Biles, per noi sempre un’ispirazione. La dedica? Alla mia famiglia e al mio ragazzo (l’azzurro dell’artistica Yumin Abbadini, ndr). Ma il merito di questa medaglia è soprattutto nostro, siamo davvero tanto orgogliose».